Venerdì scorso, Bart De Wever ha presentato ai negoziatori una versione aggiornata della sua nota socioeconomica. Questo documento, incentrato su fiscalità, pensioni e occupazione, propone un taglio fiscale oltre a uno spostamento fiscale.
L’ultima versione prevede uno spostamento da 5 a 6 miliardi di euro, accompagnato da una riduzione diretta delle tasse di un miliardo di euro. Una revisione notevole, le prime versioni parlavano rispettivamente di importi di 7 e 3 miliardi. Se MR e N-VA sostengono apertamente questa misura, ciò susciterà una rivolta tra Vooruit.
Il risanamento delle finanze pubbliche deve rimanere una priorità
Già costretti ad accettare concessioni in materia di lavoro e pensioni per ragioni di bilancio, i socialisti rifiutano categoricamente tutto”dono fiscale“Chiedono una tassa sulle plusvalenze per garantire un contributo equo, ritenendo che una riduzione delle tasse metterebbe a repentaglio la sicurezza sociale”.Non si tratta di finanziare una riduzione fiscale sulle pensioni o sulle prestazioni sociali“, insistono nelle loro file.
I centristi prudenti
Anche gli Engagés e il CD&V, sebbene più concilianti, esprimono riserve. Difendono il principio di solidarietà e si oppongono ad una moltiplicazione delle concessioni che rischierebbe di aumentare il bilancio. “Il risanamento delle finanze pubbliche deve rimanere una priorità“, sottolineano, invitando a evitare squilibri negli sforzi richiesti ai cittadini.
Di fronte a questi blocchi, il formatore ha optato per colloqui bilaterali domenica con i rappresentanti dei partiti, prova della delicatezza dell’argomento. Lunedì sono ripresi i negoziati su note tematiche riguardanti diversi ambiti (sicurezza, sanità, clima, ecc.), mentre martedì sono previste discussioni istituzionali.
Il tempo stringe: il prossimo rapporto al Re è atteso per il 31 gennaio, e le parti si erano date tempo fino alla fine del mese per raggiungere un accordo. Per il momento questo obiettivo rimane immutato, ma le differenze restano profonde.