Martin Candinas rinuncia a sua volta al Consiglio federale

Martin Candinas rinuncia a sua volta al Consiglio federale
Martin Candinas rinuncia a sua volta al Consiglio federale
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Dopo l’annuncio delle dimissioni di Viola Amherd mercoledì scorso, la sua successione è già stata decisa. Si sono arresi tre importanti leader politici: il consigliere di Stato sangallese Benedikt Würth (C/SG) e il presidente uscente del partito Gerhard Pfister (C/ZG). Questo lunedì è stato il consigliere nazionale grigionese Martin Candinas a gettare la spugna, precisando che preferisce dedicare il suo tempo alla vita comunitaria.

Gehrard Pfister ha motivato la sua decisione: “Chi mi conosce un po’ meglio sa che non sarò un consigliere federale felice. Naturalmente mi chiedevo se potevo farlo. E in tutta modestia, mi sentirei a mio agio in questa posizione. Ma mi chiedevo anche se fosse giusto per me. E sono giunto alla conclusione che no”.

Nella Svizzera tedesca ci sono ancora i consiglieri di Stato Pirmin Bischof (C/SO) e Stefan Engler (C/GR) che potrebbero fare al caso nostro. Ma hanno rispettivamente 65 e 64 anni. In Consiglio nazionale si è dichiarato interessato all’incarico lo zurighese Philipp Kutter, 49 anni. Dopo un incidente sugli sci nel 2023, è tetraplegico e accoglierebbe volentieri un politico in sedia a rotelle seduto nel Consiglio federale.

Finora nessuna donna ha espresso chiaramente interesse. Va notato che chi entrerà in carica il 1° aprile molto probabilmente dovrà assumere la guida del Dipartimento della Difesa e dell’esercito, per alcuni anni, probabilmente fino alle elezioni del 2027.

In queste condizioni, interrogato dalla RTS, il consigliere di Stato vallesano, Christophe Darbellay, ex parlamentare, ha affermato di pensare e di non escludere una candidatura. “Ha espresso il suo interesse alla direzione nazionale del Centro e chiarisce che questo non è ancora, ai suoi occhi, un annuncio ufficiale di candidatura.”

Va tuttavia notato che Christophe Darbellay è già candidato alla successione al governo vallesano per le elezioni del 2 marzo.

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