Quali partiti preferirebbero gli elettori?

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Quali partiti preferirebbero gli elettori?
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Riflessioni di scienziati politici

Quali partiti preferirebbero gli elettori?

Il nostro sistema partitico non è immune da una crisi di rappresentanza. Analisi di un sondaggio elettorale.

Pascal Sciarini, Rahel Freiburghau, Adrian Vatter

Pubblicato oggi alle 6:38

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“L’UDC ancora una volta in contrasto con la sua base”, si leggeva nell’autunno del 2024, quando i suoi sostenitori respinsero in massa la riforma del LPP, contrariamente allo slogan del partito. Nella politica europea, il PS è diviso tra le sue due ali e rischia di tagliarsi fuori dal suo elettorato eurofilo. E per la RDP conciliare gli interessi delle PMI esportatrici, delle multinazionali e dei piccoli commercianti rimane una sfida costante.

Anche se meno contestato che in altri paesi, il nostro sistema partitico non è immune da una crisi di rappresentanza. Meno di uno svizzero su 20 possiede una tessera di partito e quasi tre quarti degli elettori non si sentono vicini a nessun partito, un nuovo record. Come potrebbero o dovrebbero posizionarsi i partiti per rappresentare meglio gli elettori?

Per rispondere a questa domanda, abbiamo analizzato le preferenze politiche dei cittadini su varie questioni – dalla protezione dell’ambiente all’innalzamento dell’età pensionabile, inclusa la questione di quanti soldi lo Stato dovrebbe spendere, e per cosa – sulla base dei dati di il sondaggio elettorale svizzero Selects 2023 (4800 intervistati). Utilizzando un algoritmo «raggruppamento»abbiamo classificato gli intervistati con preferenze politiche simili in gruppi (o partiti). Ciò consente di identificare il numero – teoricamente – ideale di partiti, nonché il profilo politico di questi partiti.

Primo risultato interessante: mentre il federalismo e il sistema proporzionale vigente per l’elezione del Consiglio nazionale hanno favorito lo sviluppo di un sistema multipartitico, La Svizzera potrebbe benissimo convivere con un sistema bipartisan: su molti temi le opinioni si sovrappongono molto più del previsto e dividono la popolazione in due grandi gruppi. Tuttavia, come già evidenziato da precedenti ricerche in scienze politiche, un sistema multipartitico ha perfettamente senso in un paese culturalmente frammentato dove convivono diverse lingue e diverse religioni.

Secondo la nostra analisi, un sistema multipartitico “ideale” sarebbe composto da quattro partiti, il più grande dei quali sarebbe il partito “di centro”. I suoi sostenitori tendono più verso una Svizzera attaccata alle sue tradizioni, ma per il resto le loro preferenze politiche sono piuttosto moderate: non considerano “Stato” e “mercato” come contraddizioni, non sostengono né l’austerità né l’ulteriore spesa sociale, e inoltre non sostengono non vogliamo contrapporre la tutela dell’ambiente alla crescita economica.

La seconda forza sarebbe il partito “liberal-progressista”. Il suo elettorato ha fiducia nell’economia di mercato, si oppone al salario minimo e sostiene l’innalzamento dell’età pensionabile, ma è aperto ai cambiamenti sociali, ad esempio in termini di parità di diritti per le coppie dello stesso sesso o di politica estera.

Al terzo posto si colloca il partito “verde-sociale”. La sua base richiede giustizia sociale, protezione ambientale, sostegno ai migranti e pari diritti per le minoranze sessuali.

Infine, il partito “nazional-conservatore” riunisce gli acerrimi oppositori dell’UE a favore di una politica «Prima la Svizzera»che deve difendere le tradizioni e dare priorità alla crescita economica, limitando il più possibile l’intervento statale.

Debolezze del sistema

La collocazione dell’elettorato dei sei principali partiti svizzeri in questi quattro gruppi/partiti fittizi evidenzia i punti deboli dell’attuale sistema partitico: l’elettorato di ciascun partito è distribuito abbastanza equamente tra i quattro partiti fittizi, il che suggerisce che oggi molti elettori non si sentono a casa da nessuna parte. E questo spiega anche perché sia ​​sempre più difficile per i partiti politici avere un profilo chiaro e coerente.: le aspirazioni dei loro elettori sono diventate molto eterogenee, perfino contraddittorie.

Un altro motivo di preoccupazione per i partiti è emerso da un recente sondaggio d’opinione sulla polarizzazione in Svizzera: la maggior parte degli intervistati avverte un calo della coesione sociale, soprattutto a causa del netto divario percepito tra ricchi e poveri, che è addirittura considerato il principale divario nel nostro Paese. I partiti ne trarranno beneficio?

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