A pochi giorni dall’insediamento del presidente Donald Trump, sempre più voci, non ultime, si levano per sottolineare la centralità del rapporto tra Marocco e Stati Uniti. Mercoledì 15 gennaio, durante la sua udienza di conferma al Senato americano, Marco Rubio, il nuovo segretario di Stato americano (l’equivalente del ministro degli Affari esteri), ha ampiamente citato il Marocco, paese con il quale si sta sperimentando una cooperazione “sviluppo sostanziale» e chi «continua a costruire».
Rispondendo a una domanda del senatore democratico Cory Booker sull’impegno diplomatico degli Stati Uniti in Africa, di fronte alla crescente concorrenza di Cina e Russia, ha sottolineato il notevole potenziale del continente. Ha anche riconosciuto che la posizione degli Stati Uniti è “cambiataalquanto degradato», in particolare nella regione del Sahel. Tuttavia, ha voluto evidenziare il Marocco come “esempio positivo“, con il quale sono stati compiuti progressi significativi, anche grazie agli Accordi di Abraham e al continuo rafforzamento delle relazioni bilaterali.
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«Lo dimostrano i nostri continui impegni, non solo nella lotta al terrorismo, ma anche nel progresso economico. Guardo al nord, al Marocco, un altro luogo dove abbiamo già visto miglioramenti sostanziali grazie agli Accordi (di Abraham, ndr), ma anche da questo rapporto che continua a costruirsi“, ha commentato.
Finora influente senatore, Marco Rubio non è altro che la bestia nera del regime di Algeri. Con il suo ingresso in servizio come Segretario di Stato, il governo algerino ha un motivo in più per perdere il sonno, già messo alla prova dall’elezione di Donald Trump, che ha riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara, a capo della prima potenza mondiale.
Recentemente, nel 2022, Marco Rubio ha invitato il Dipartimento di Stato americano ad adottare sanzioni contro la giunta al potere, che si stava saziando di armi russe nello stesso momento in cui la Russia invadeva l’Ucraina. In una lettera inviata il 14 settembre 2022 al Segretario di Stato Antony Blinken, ha puntato il dito contro il vicino orientale affermando che “uno dei principali acquirenti mondiali di attrezzature militari dalla Federazione Russa».
Il repubblicano si è poi affidato al Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act (PL115-44), una legge che autorizza l’imposizione di sanzioni contro chiunque “si impegna consapevolmente in una transazione materiale con una persona che fa parte o opera per o per conto dei settori della difesa o dell’intelligence del governo della Federazione Russa».
Sulla scia di questa missiva, 27 deputati, sia repubblicani che democratici, inviarono un’altra lettera ad Antony Blinken il 29 settembre dello stesso anno, in cui mettevano in discussione l’amministrazione del loro paese e chiedevano l’istituzione di sanzioni contro il regime algerino. Anche qui è in discussione il fatto che Mosca è oggi il maggiore fornitore di armi di Algeri. Nel 2022, l’Algeria aveva acquistato armi russe per un valore di 7 miliardi di dollari.
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Un’altra personalità di spicco che si è espressa a favore del Regno e, soprattutto, contro i suoi avversari algerini e polisariani: il deputato conservatore Joe Wilson. Parlando lo stesso mercoledì 15 gennaio durante una sessione pubblica del Congresso, quest’ultimo ha descritto il Marocco come “partner essenziale» e di lunga data degli Stati Uniti. Ciò, ricordando la storica decisione del suo Paese di riconoscere la sovranità del Regno sul suo Sahara e il proclama emesso al riguardo da Donald Trump.
Il rappresentante repubblicano, in carica dal 2001 e da allora costantemente rieletto, ha avuto il piacere di presiedere il gruppo di amicizia Stati Uniti-Marocco alla Camera dei Rappresentanti. Ha anche messo in guardia contro “minaccia» cosa rappresenta la milizia?terrorista» del Polisario e il suo sostegno alla stabilità nell’Africa occidentale. In questo cita l’ultima spavalderia algerina contro la Turchia per sua procura. “Accogliendo membri del gruppo curdo del PKK, questa organizzazione (il Polisario, ndr) danneggia anche il nostro alleato all’interno della NATO, la Turchia.disse Joe Wilson.
Tenuto al guinzaglio da Ankara, alla luce delle preziose informazioni ottenute da uno dei fondi neri della giunta, il regime di Algeri, o almeno un clan dominante, ha attivato la sua procura separatista. Quest’ultimo ha accolto i separatisti curdi a Tindouf, col rischio di silurare le relazioni tra Algeria e Turchia. All’arrivo: un nemico in più aggiunto alla lista, e una menzione speciale nei dibattiti del Congresso americano.