Ruba 2,5 milioni alla sorella per una gita in discoteca e chiama follia

Ruba 2,5 milioni alla sorella per una gita in discoteca e chiama follia
Ruba 2,5 milioni alla sorella per una gita in discoteca e chiama follia
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Il tribunale distrettuale di Thiès è stato recentemente teatro di un caso incredibile che combinava furto familiare, feste notturne e dichiarazione di follia. C. Faye, un giovane che vive a Fandène, si è trovato di fronte alla giustizia dopo aver rubato 2,5 milioni di FCFA a sua sorella, M. Faye, per godersi una vita dissoluta nei nightclub di Dakar. Un episodio che ha suscitato tanto indignazione quanto perplessità, come riporta L’Observateur.

Un volo attentamente pianificato

Secondo le informazioni riportate da L’Observateur, il giorno dei fatti, C. Faye ha approfittato dell’assenza della sorella per commettere il delitto. Entrando discretamente nella sua stanza, frugò nell’armadio e trovò una busta accuratamente nascosta, contenente i 2,5 milioni di FCFA. Senza perdere tempo, lasciò Fandène per Dakar, dove dilapidò l’intera somma in bar e discoteche.

L’arresto e la confessione

Ritornato a Fandène dopo la sua scappatella, C. Faye è stato arrestato dalla gendarmeria, in seguito a una denuncia presentata da sua sorella. In tribunale l’imputato non ha negato i fatti. Lui, al contrario, accettò, pur cercando di scagionarsi invocando l’infermità mentale: “Sono stato io a rubare questi soldi. Non l’ho fatto apposta. Non ero lucido quel giorno. A volte ho problemi mentali. »

Ha anche dettagliato il suo piano: “Ho aspettato che mia sorella fosse via per intrufolarmi nella sua stanza. Presi la busta e partii direttamente per Dakar. Ho passato tutto in discoteche e bar. »

Una grazia familiare, ma non giudiziaria

Nonostante la gravità dei fatti, il signor Faye, la vittima, ha mostrato grande clemenza. Ha confermato che suo fratello a volte mostrava segni di disturbi mentali, prima di concedergli il perdono. Tuttavia, il pubblico ministero ha respinto l’ipotesi dell’infermità mentale, sostenendo che nessun documento medico la confermava. Secondo lui, C. Faye godeva pienamente delle sue facoltà mentali al momento dei fatti.

Un verdetto clemente

Il giudice, tenendo conto della confessione dell’imputato e del perdono della vittima, ha optato per una sentenza clemente. C. Faye è stato giudicato colpevole di furto e condannato a tre mesi di prigione. Una decisione che dà a quest’ultimo la possibilità di riscattarsi senza sfuggire alla giustizia.

Lezione da uno scandalo familiare

Questo caso, riportato da L’Observateur, illustra una triste realtà: i conflitti finanziari possono corrompere anche i rapporti familiari più stretti. Per il signor Faye, questo furto rimane uno shock, ma il suo perdono testimonia la resilienza e l’importanza dei legami familiari. Per quanto riguarda C. Faye, questa leggera frase potrebbe essere per lui un’opportunità per dare una svolta alla sua vita. Tuttavia, come ha sottolineato la Corte, la giustizia non può tollerare simili comportamenti, siano essi motivati ​​da follia o dalla sfrenata ricerca di piaceri effimeri.

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