I 5 principali rischi identificati per l’anno 2025 in Lussemburgo

I 5 principali rischi identificati per l’anno 2025 in Lussemburgo
I 5 principali rischi identificati per l’anno 2025 in Lussemburgo
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L’ultimo rapporto del World Economic Forum sui rischi globali per il prossimo anno evidenzia un “peggioramento delle prospettive globali”, dovuto principalmente alla situazione geopolitica, a cui si aggiungono “fenomeni meteorologici sempre più estremi”. Su scala globale, si evidenzia anche una “polarizzazione sociale e politica” che, unita al progresso tecnologico, “contribuisce ad accelerare la diffusione di informazioni false o fuorvianti”. Abbastanza per indebolire ulteriormente la fiducia generale. Anche la disinformazione figura tra i maggiori rischi individuati per il 2027. Tuttavia, il rischio immediato più preoccupante resta quello dei “conflitti armati tra Stati”.

Tanti i temi che alimenteranno il dibattito all’incontro annuale del World Economic Forum, in programma dal 20 al 24 gennaio a Davos (Svizzera), sul tema “Collaborazione per l’era intelligente”.

In Lussemburgo le preoccupazioni differiscono leggermente. Gli esperti del Paese sembrano preoccupati soprattutto dai rischi economici, legati soprattutto al mercato del lavoro. Il primo rischio è essere (sempre) un “carenza di manodopera e talenti“. È anche il rischio principale identificato in Germania e uno dei rischi più notevoli a livello globale. Il rapporto evidenzia che questo rischio è significativo sia nel breve termine (due anni) che nel lungo termine (dieci anni). Pur non specificando nel dettaglio le cause della carenza di manodopera, menziona il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e prevede un potenziale peggioramento di questo fenomeno alla luce di tendenze demografiche sfavorevoli come l’invecchiamento della popolazione. popolazione.

Gli esperti classificano il rischio di rallentamento economico (stagnazione o recessione) e al quinto posto l’inflazione, mentre su scala globale i rischi legati l’inflazione sono diminuiti rispetto all’anno precedente, sottolinea il World Economic Forum, che menziona anche le persistenti tensioni economiche.

“Ma non dobbiamo riposare sugli allori: se nei prossimi mesi si verificasse una spirale di dazi doganali e altre misure restrittive del commercio su scala globale, le conseguenze economiche potrebbero essere significative. Le valutazioni elevate di molte classi di attività le rendono più vulnerabili a questi e ad altri rischi”, avverte Saadia Zahidi, amministratore delegato del World Economic Forum.

Da notare che il rischio di rallentamento economico è visto come particolarmente preoccupante dai giovani: è al terzo posto per gli under 30, al quarto per i 30-39enni e al quinto per i 40-49enni, ma non figura nemmeno tra i primi 10 per persone di età pari o superiore a 60 anni.

Sempre in Lussemburgo, la terza preoccupazione riguarda sicurezza informaticao meglio, alla cyber-insicurezza, come in Danimarca e nei Paesi Bassi.

“Gli sforzi di cyberspionaggio commerciale da parte dei governi potrebbero diventare più comuni, come parte dei tentativi di favorire i loro campioni nazionali. I paesi ad alto reddito tendono a enfatizzare il rischio di sicurezza informatica. I governi potrebbero anche fare pressione sulle società di servizi cloud con sede nel loro territorio affinché limitino l’accesso in altri paesi”, suggerisce il rapporto.

Il rischio legato al debito privatosiano essi famiglie o imprese, rientra anch’esso tra i cinque principali rischi individuati. Tuttavia, a livello globale non rientra tra i primi dieci rischi a breve termine, sebbene sia ancora considerato una “grande preoccupazione”. Questa situazione può essere spiegata in particolare dal fatto che il debito privato è uno dei tre principali fattori che contribuiscono all’aggravamento delle disuguaglianze, insieme al rallentamento economico e all’inflazione.

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