Con un comunicato stampa inviato a Dakaractu Thiès, “la Conferenza degli Studenti Amichevoli (CAE), (l’unica struttura che difende gli interessi degli studenti dell’Università Iba Der Thiam di Thiès (UIDT)), ha voluto esprimere la sua profonda indignazione in seguito al rifiuto della sua richiesta di una marcia pacifica prevista per mercoledì 15 gennaio 2025 con l’obiettivo di denunciare la lentezza nella finalizzazione e consegna del nuovo edificio da 1.000 posti letto padiglione, il nuovo ristorante universitario, nonché il servizio medico”, ha informato.
“Riteniamo che questo rifiuto costituisca un grave attacco al nostro diritto di manifestare pacificamente e di far sentire le nostre legittime richieste di studenti, diritto garantito dall’articolo 10 della Costituzione del nostro Paese. Questa mancanza di cooperazione da parte delle autorità locali non è solo deplorevole, ma anche preoccupante, in un contesto in cui la situazione sociale ed educativa è già tesa. Il convegno desidera ricordare il ritardo nella messa in esercizio di queste infrastrutture essenziali.
peggiora le nostre condizioni di vita e di studio. Nonostante i nostri molteplici tentativi di dialogare con le autorità interessate, non sono state adottate misure concrete per risolvere questi problemi”, ha aggiunto.
Per questo motivo la CAE ha deciso di decretare “72 ore di cessazione immediata di tutte le attività didattiche, nonché giornate senza biglietto prolungate nello stesso periodo. Questa decisione entrerà in vigore mercoledì 15 gennaio 2025. Giovedì 16 gennaio 2025 terremo anche una conferenza stampa sul sito VCN per allertare l’opinione pubblica sulla situazione. Riteniamo le autorità competenti le uniche responsabili della situazione. possibili conseguenze di un peggioramento della situazione. E per chiarire: “il nostro obiettivo resta pacifico, ma non possiamo più tollerare l’indifferenza e il disprezzo mostrati verso le preoccupazioni degli studenti. Chiediamo a tutti gli studenti di rimanere uniti e mobilitati per difendere i nostri diritti e i nostri interessi legittimi. La conferenza rimane aperta al dialogo sincero, ma richiede impegni fermi e soluzioni immediate…”