Probabilmente non pensi molto spesso alle mosche dell’aceto, eppure molti scienziati considerano questi piccoli insetti, a volte fastidiosi, una delle specie più importanti del pianeta. Il cervello di Drosophila melanogaster può essere minuscolo, ma svolge molti degli stessi processi neurologici di base che vediamo negli esseri umani, sia quando l’insetto cerca cibo sia quando interagisce con altri membri della sua specie. Pertanto, il suo minuscolo cervello potrebbe parlarci di tutti i tipi di cervello, compreso il nostro.
Nel mese di ottobre, il cervello di una mosca adulta dell’aceto, con i suoi 50 milioni di sinapsi che collegano circa 140.000 neuroni, è stato completamente mappato per la prima volta.
Qualunque sia l’organismo che cerca di rappresentare, il metodo della mappatura del cervello si rivela tanto difficile quanto promettente.
Che aspetto ha una buona o cattiva connessione tra le cellule cerebrali? Come viene integrata la navigazione 3D nel cervello? Da dove viene il comportamento? Cosa sono veramente i pensieri e i ricordi? Sebbene il cervello della mosca dell’aceto sia molto meno complesso di quello umano, questa mappa dovrebbe aiutare i neuroscienziati a capire cosa ci rende così come siamo.
In un certo senso, questa notizia non sorprende: i maggiori emettitori di gas serra al mondo non hanno ridotto il loro impatto, e il pianeta ha continuato a riscaldarsi a un ritmo vertiginoso, causando ogni tipo di evento climatico estremo. Quest’anno però, per la prima volta in assoluto, è estremamente probabile che le temperature medie globali superino la fatidica soglia di +1,5°C rispetto all’era preindustriale.
Sebbene spesso citata, questa soglia è alquanto arbitraria. Se tralasciamo, infatti, i fenomeni meteorologici estremi e gli sconvolgimenti climatici che stiamo vivendo già oggi e che continueranno a peggiorare, la Terra non sarà più in grado di sopravvivere. All’improvviso colpiti da gravi disastri nel momento in cui superiamo 1,5°C di riscaldamento. Tuttavia questo limite rimane molto importante e non è stato fissato senza motivo.
Con l’accordo di Parigi, quasi 200 paesi hanno concordato di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, ma idealmente avrebbero voluto mantenerlo al di sotto di 1,5°C. Per quello ? Perché più il pianeta si riscalda, più drammatici saranno gli effetti dannosi del cambiamento climatico. Ogni aumento di 0,1°C aumenta quindi drasticamente il rischio di temporali più violenti, ondate di caldo più lunghe, inondazioni catastrofiche, ecc.
La soglia di +1,5°C era un obiettivo ambizioso. Attraversandolo facciamo una scoperta spaventosa, ma fondamentale. Il campanello d’allarme non è mai suonato così forte: se non verranno adottate rapidamente misure adeguate per invertire, o almeno fermare, questo aumento delle temperature, il nostro futuro sarà sempre più segnato dalle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico.
È un’esperienza molto normale: un bel giorno, ti svegli, ti pieghi per allacciarti le scarpe e all’improvviso senti un dolore lancinante nella parte bassa della schiena… e ti senti molto più vecchio del giorno prima.
È sempre vero che il corpo umano invecchia un po’ ogni giorno, ma curiosamente, quest’anno gli scienziati hanno scoperto che nel corso della nostra vita subiamo anche due significativi “colpi di invecchiamento”: uno a 44 anni e l’altro a 60 anni. vecchio.
Sulla base di tutti i tipi di campioni biologici forniti da 108 partecipanti, i ricercatori hanno seguito l’evoluzione di vari biomarcatori nelle diverse età della vita. Per ragioni che sfuggono agli scienziati, sia le donne che gli uomini sembrano sperimentare una grande trasformazione intorno ai 45 anni: improvvisamente, il corpo non elabora più le malattie cardiovascolari e non scompone più sostanze come alcol, grassi e caffeina nello stesso modo. Poi, verso i sessant’anni, l’organismo subisce ulteriori cambiamenti, in particolare nella regolazione del sistema immunitario e nel metabolismo dei carboidrati.
Non sappiamo se questi cambiamenti siano causati da fattori puramente biologici, o se anche i cambiamenti dello stile di vita comunemente osservati in questi periodi della vita (come l’aumento del consumo di alcol nella mezza età, considerato stressante da molte persone) abbiano un ruolo da svolgere, ma in ogni caso caso, questa scoperta è tanto affascinante quanto inaspettata.