Ridurre i servizi
E non è solo la paura delle chiusure. La federazione ritiene inoltre che il 37% delle associazioni dovrà ridurre o eliminare i servizi, a scapito dei beneficiari. E che il 33% di loro annullerà progetti attuali o futuri, limitando così l’innovazione. “Alcune associazioni si preparano a dover scaricare sugli utenti la perdita dei finanziamenti. Ciò potrebbe comportare una riduzione del volume delle attività e un aumento del contributo ai costi richiesto ai beneficiari, con il rischio certo di escludere i più vulnerabili.” Anche la federazione teme “un aumento del contributo economico dei partecipanti a corsi e workshop”. «Non saremmo più competitivi rispetto ad altre strutture, con il risultato che le presenze vedrebbero rapidamente un calo, il che porterebbe ad un’accelerazione nella liquidazione delle organizzazioni non profit».
Il budget sanitario verrà aumentato come auspicato dal settore
Nel settore medico, ad esempio, Codef teme che non ci saranno”non c’è altra scelta che aumentare il prezzo delle terapie.” “Saranno quindi direttamente i beneficiari stessi a risentirne.” Nell’aiuto che alcune associazioni offrono ai senzatetto si menzionano anche molti potenziali problemi. “Ridurremo la nostra offerta e non saremo più in grado di sostenere le persone più escluse. Mentre i politici vogliono lottare contro i senzatetto, con questa misura il numero dei senzatetto aumenterà, perché non saremo in grado di lavorare a monte e intervenire. in situazioni rischiose”, spiega ancora Mathilda Passanisi.
Azione sociale
Un sondaggio condotto tra i membri della federazione evidenzia la diversità delle associazioni che potrebbero essere colpite dalla riduzione dei sussidi facoltativi. “I settori più colpiti sarebbero l’azione sociale (31%), l’ambiente (18%) e il turismo non commerciale (16%). Queste le associazioni che beneficiano di sussidi facoltativi”impiegano in media otto lavoratori.” “Ma alcune strutture colpite impiegano fino a 30 lavoratori. Ciò dimostra una minaccia reale per l’occupazione nella Regione Vallonia e nella Federazione Vallonia-Bruxelles perché il 31% di queste associazioni hanno annunciato che la riduzione dei loro sussidi facoltativi potrebbe portare a licenziamenti. E per una buona ragione: per il 33% delle associazioni i sussidi facoltativi rappresentano almeno il 50% del budget annuale. In media rappresentano il 35% del budget delle associazioni.”
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Si chiede quindi ai due governi di chiarire al più presto le loro intenzioni rispetto alla questione dei sussidi facoltativi e anche di garantire la sostenibilità di tali sussidi nel tempo. “Quando un cosiddetto sussidio facoltativo in realtà è ricorrente da più di 20 anni, desideriamo riclassificarlo come contratto di programma a tempo indeterminato. Il riconoscimento a lungo termine sarebbe molto più in linea con la realtà.”concludiamo con Codef.