Per il suo decimo album, il gruppo jazz Ronin, guidato dal pianista e compositore zurighese Nick Bärtsch, ci immerge ancora una volta in un universo musicale affascinante. “Spin”, uscito il 29 novembre, rivela composizioni complesse e ipnotiche fatte di sovrapposizioni di moduli musicali.
“Spin” è la continuazione della serie musicale del gruppo jazz Ronin, sette anni dopo l’uscita del loro album “Awase” (2017). Nick Bärtsch, al pianoforte, è accompagnato dai suoi fedeli musicisti: Sha al clarinetto basso e sassofono, Jeremias Keller al basso elettrico e Kaspar Rast alla batteria. Insieme creano composizioni che affascinano e trasportano gli ascoltatori in un affascinante viaggio sonoro in uno stile che Nik Bärtsch descrive come “zen-funk”.
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La musica di Ronin si distingue per l’uso di moduli melodici o armonici portati da diversi strumenti. Ciascuno di questi cicli ha una durata e un ritmo specifici. La loro sovrapposizione crea motivi musicali in cui finiscono per ritrovarsi i cicli dei diversi strumenti.
Una meditazione sonora
La costruzione matematica e il carattere meccanico di questo ensemble potrebbero sembrare austeri per il suo principio di creazione, ma non è questo ciò che emerge ascoltando questi brani. I suoni minimalisti diventano ipnotici. Nick Bärtsch afferma che questi moduli musicali sono ispirati alle meditazioni e al condizionamento dell’aikido, uno sport di cui è un abile praticante.
Alcuni cicli musicali possono rimanere sottostimati prima di diventare improvvisamente al centro dell’attenzione, creando sorprese e cambiamenti dinamici all’interno dei brani. Un approccio innovativo alla composizione musicale che rende unica la musica di Ronin.
Oggetto della radio: Ivor Malherbe
Adaptation web: Sébastien Foggiato
Ronin di Nik Bärtsch, “Spin” (Ronin ritmica Records). Rilasciato il 29 novembre 2024.
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