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Se l’esito della fulminea offensiva contro il regime di Bashar Al Assad ha sorpreso molti osservatori politici di tutto il mondo, è giunto ora il momento di guardare avanti per scoprire come si posizionerà in futuro la Siria nel mondo arabo dopo il suo riavvicinamento L’Iran e l’Algeria che l’avevano notevolmente allontanato da paesi come il Marocco che non hanno mai apprezzato il suo sostegno al Polisario.
“Buone notizie per siriani e…marocchini”
Al di là dei rischi per la sicurezza della regione, l’ex ambasciatore Ahmed Faouzi ritiene che la caduta del regime siriano sia una buona notizia per queste persone, una dozzina di milioni delle quali sono state costrette a fuggire dalla guerra civile e a rifugiarsi nei paesi vicini come la Turchia, che dal 2011 ha accolto quasi 4 milioni di rifugiati.
“È anche un’ottima notizia per la sacra causa del Marocco, da sempre combattuta dalla dinastia Al Assad, che non ha mai nascosto la sua amicizia per regimi militari autoritari come quello dell’Algeria”, spiega lo specialista del mondo arabo ricordando che il partito siriano Baath è sempre stato un fervente sostenitore del Polisario mentre il suo omologo iracheno ha sempre difeso la natura marocchina del Sahara.
“Una ridistribuzione delle carte che rafforzerà il tropismo marocchino del mondo arabo”
L’opportunità di ricordare che, a differenza della maggior parte dei paesi del Lega Araba e Consiglio di Cooperazione del Golfo che hanno sempre sostenuto l’integrità territoriale del Marocco, “la Siria è stata l’unico arabo portabandiera del Polisario con il suo mentore algerino”.
Così, quando all’interno della Lega Araba verranno eletti i rappresentanti della nuova Siria, l’Algeria si ritroverà, secondo il nostro interlocutore, sola, e quindi più isolata che in passato.
Alla domanda se la dinamica post-Bashar porterà alla fine del riconoscimento siriano del Polisario, il ricercatore si è mostrato ottimista citando un video edificante di ribelli che brandiscono il ritratto del re Mohammed VI mentre entrano a Damasco.
“Algeri ha perso il suo unico appoggio nel mondo arabo”
Se dovremo aspettare che il Paese si calmi e che vi venga instaurato un governo legale per stabilire la nuova doxa diplomatica, Ahmed Faouzi sostiene che i futuri leader non potranno essere peggiori dei loro predecessori Hafez e Bashar Al Assad.
E per aggiungere che “questo cambiamento costituirà un colpo terribile per l’Algeria, che non potrà far altro che farlo L’Iran che, va ricordato, ha perso la sua sfera di influenza a favore del Libano e poi della Siria in meno di una settimana.
Infatti, se il sostegno dimostrato al defunto regime è venuto soprattutto dai generali algerini, dai mullah iraniani e da Mosca, l’Algeria ha finito per arrabbiarsi con tutti i paesi della regione, compresi quelli del Golfo mantenendo, contro ogni logica, il proprio sostegno fino al giorno in cui Bashar Al Assad è fuggito.
Dubbioso sui curriculum dei ribelli che non hanno ancora dichiarato le proprie intenzioni, il nostro interlocutore conta tuttavia su un’inevitabile scomparsa dell’asse Damasco-Teheran-Algeri, pro-polisario, con la caduta del regime di Bashar Al Assad e la prossima arrivo negli affari del presidente americano Donald Trump.
“Per non parlare del fatto che questo nuovo contesto geopolitico porterà ad una crescente emarginazione dell’Algeria di fronte a Cina e Russia che stanno ripensando il proprio posizionamento rispetto all’integrità territoriale del Marocco”, conclude Faouzi per il quale la La partenza di Bashar Al Assad indebolirà la diplomazia del vicino orientale che ha sempre sostenuto il suo regime.
“Non è da escludere uno scenario di ricadute positive per il Marocco nei prossimi mesi”
Pur dicendosi cauto su come si svilupperanno le cose, il criminologo e specialista dei conflitti Xavier Raufer ci conferma che l’Algeria si troverà sempre più sola di fronte all’attuale dinamica del mondo arabo che sostiene l’integrità territoriale del Regno.
“Sapendo che siamo alla vigilia di un grande sconvolgimento geopolitico come quello avvenuto dopo la Seconda Guerra Mondiale o durante la caduta del Muro di Berlino, possiamo immaginare che con l’imminente arrivo del presidente Trump e la caduta del regime siriano, i venti sono ora favorevoli per il Marocco”, stima il geografo e specialista in conflitti armati che non esclude “una bella sorpresa con l’imminente fine del conflitto del Sahara”.
E per concludere che bisognerà attendere che, tra qualche mese, il polverone dell’attuale stupore si sarà calmato prima di avere la conferma di ricadute geopolitiche positive per la causa del Marocco.
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