Si sono parlati. Sapientemente seduti attorno a un grande tavolo ovale nel giardino d'inverno del Palazzo dell'Eliseo, sullo sfondo di un albero di Natale, la segretaria nazionale degli ecologisti Marine Tondelier, il primo segretario del Partito socialista (PS) Olivier Faure, il segretario nazionale del il Partito Comunista (PCF) Fabien Roussel, il segretario generale del Rinascimento Gabriel Attal, il presidente del MoDem François Bayrou, quello del partito Orizzonti Edouard Philippe, il presidente dei deputati del partito Les Républicains (LR) Laurent Wauquiez, in particolare, ha parlato per quasi tre ore con Emmanuel Macron, martedì 10 dicembre, lontano dagli occhi e dai microfoni, per cercare di trovare una via d'uscita dal blocco seguito alla caduta del governo Barnier. Lontano da Marine Le Pen (National Rally, RN) e Jean-Luc Mélenchon (La France insoumise, LFI), che non sono stati invitati. “Un nuovo format, per una nuova situazione”il capo dello Stato sembrava congratularsi con se stesso.
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Al centro del tavolo, affiancato da Marine Tondelier alla sua sinistra e Gabriel Attal alla sua destra, il Presidente della Repubblica ha subito affermato la sua “volontà di non sciogliere l’Assemblea nazionale” e vederlo funzionare “nei prossimi trenta mesi”vale a dire fino alla fine del suo mandato quinquennale. Un desiderio che non costituisce un impegno, chiarirà poco dopo chi lo circonda. Ma probabilmente per rilassare l'atmosfera attorno al tavolo. L’assenza di elezioni a breve termine dà ai parlamentari maggiore visibilità. E rende socialisti, comunisti ed ecologisti meno dipendenti dalla coalizione elettorale del Nuovo Fronte Popolare sigillata a giugno con la LFI.
Un altro merito di questo incontro, secondo Emmanuel Macron: ha permesso di identificarsi “unanimità delle forze politiche per non dipendere più dal Raggruppamento Nazionale”, ha esultato alla fine dei dibattiti. “È il riconoscimento implicito del fatto che finora aveva fatto dipendere tutto dalla Marina militare”, interprete al Mondo il socialista Olivier Faure. Se il movimento lepénista è passato da 89 a 124 deputati tra il 2022 e il 2024, facendo della RN la forza trainante dell’Assemblea nazionale, Emmanuel Macron mette in prospettiva la propria responsabilità in questa progressione. “Non sono l’unico in Europa ad aver assistito all’ascesa dell’estrema destra”ha detto a porte chiuse all'Eliseo.
Tre opzioni possibili
Il capo dello Stato, che alcuni accusano di soppiantare il futuro primo ministro convocando i partiti in rue du Faubourg-Saint-Honoré, ha chiarito ai suoi ospiti che questo primo incontro all'Eliseo sarà anche l'ultimo. Nominerà il successore di Michel Barnier “entro quarantotto ore”ha annunciato, e gli affiderà l'incarico di “continua le discussioni” con i partiti, questa volta “su questioni sostanziali e sulla vita quotidiana dei francesi”e questo “prima che il governo fosse nominato”.
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