Francia: clima di fine regno per il governo Barnier

Francia: clima di fine regno per il governo Barnier
Francia: clima di fine regno per il governo Barnier
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Atmosfera di fine regno per il governo francese: il primo ministro Michel Barnier si rivolgerà martedì alla nazione in una posizione estremamente indebolita, con la scure della censura prevista per mercoledì o giovedì. Michel Barnier, che ha assunto la responsabilità dell’esecutivo adottando senza votazione il suo progetto di legge sul finanziamento della previdenza sociale in base all’articolo 49.3 della Costituzione, è ospite del telegiornale della sera, ha annunciato l’emittente pubblica Télévisions.

In precedenza, la sessione delle interrogazioni al governo prevista nel pomeriggio all’Assemblea nazionale si preannuncia tesa, mentre i deputati saranno chiamati in settimana a decidere su una mozione di censura che ha tutte le probabilità di essere approvata, la sinistra e la il partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN) ha annunciato che voterà a favore.

“La caduta di Barnier è completa”, ha proclamato la capo dei deputati della France Insoumise (LFI), gruppo della sinistra radicale, Mathilde Panot. Nominato il 5 settembre, durerà tre mesi grazie al “sostegno senza partecipazione della RN” e “ciò che lo farà cadere è proprio che la RN avrà smesso di sostenerlo”, ha sottolineato il deputato socialista Arthur Delaporte.

Lunedì, senza alcuna sorpresa, il Primo Ministro ha ritenuto il suo governo responsabile del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale, assicurando di essere “alla fine del dialogo” con i gruppi politici, compreso il Raggruppamento Nazionale.

I gesti annunciati da Michel Barnier per rispondere alle richieste del Flame Party – in particolare sul rimborso dei medicinali – non saranno però sufficienti: “Voteremo per la censura”, ha detto lunedì Marine Le Pen, per la quale Michel Barnier non “non ha voluto rispondere alla richiesta degli 11 milioni di elettori” del suo partito.

Martedì mattina, la conferenza dei presidenti dell’Assemblea nazionale dovrebbe con ogni probabilità decidere la data – probabilmente mercoledì o giovedì – del dibattito e della votazione sulle mozioni di censura presentate dal Nuovo Fronte Popolare, alleanza tra il Partito Socialista e la LFI e la Marina Militare.

L’adozione di una tale mozione da parte dell’Assemblea nazionale sarebbe la prima dopo il rovesciamento del governo di Georges Pompidou nel 1962. Il governo Barnier diventerebbe quindi il più breve della storia del Ve Repubblica.

Per far cadere il governo, 288 deputati dovranno votare per la censura, un numero ampiamente alla portata di un’alleanza di circostanze tra sinistra e RN.

Se l’esecutivo cadesse, la Francia sprofonderebbe ulteriormente nella crisi politica creata dallo scioglimento dell’Assemblea nazionale da parte di Emmanuel Macron a giugno, con il rischio aggiuntivo di una crisi finanziaria legata alla capacità delle autorità pubbliche di contrarre prestiti sui mercati a tassi bassi . Senza un bilancio della previdenza sociale, “il deficit dei conti sociali raggiungerebbe quasi i 30 miliardi di euro l’anno prossimo”, ha avvertito lunedì il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin.

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