La questione si pone all’indomani dell’applicazione dell’articolo 49.3 da parte del primo ministro Michel Barnier, lunedì all’Assemblea nazionale. Il divario tra i tassi debitori di Francia e Germania è aumentato in modo significativo.
Pubblicato il 12/03/2024 08:18
Aggiornato il 03/12/2024 08:21
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La reazione del mercato è stata piuttosto tranquilla, mentre la Borsa di Parigi ha chiuso dopo l’attivazione del 49.3. La sessione si è infatti conclusa a un livello stabile, lunedì 2 novembre 2024, proprio come altrove in Europa. Gli investitori credono di aver anticipato abbastanza e aspettano di vedere se il governo Barnier verrà davvero censurato e rovesciato. I giochi quindi restano aperti.
Tuttavia, a lungo termine, i mercati finanziari sono in pericolo? I mercati finanziari sono le azioni del mercato azionario, ma anche i tassi di interesse ai quali ripaghiamo il nostro debito. Questo è l’indicatore più importante. Quando il mercato azionario – e quindi le azioni – crolla, è il denaro che si muove soltanto. In caso di dubbio, gli azionisti ritirano la loro quota e la investono in altri investimenti. Il mercato azionario crolla, ovviamente, ma i soldi non sono persi per tutti. Per quanto riguarda i tassi di interesse, le conseguenze sono molto più gravi, perché la minima variazione modifica il costo del rimborso del nostro debito sovrano. Non si tratta più di soldi privati, ma di soldi pubblici.
Concretamente, lunedì dopo l’annuncio del Primo Ministro all’Assemblea, il divario tra i tassi debitori di Francia e Germania è aumentato in modo significativo, fino ad ampliare ancora di più il divario che separa Berlino e Parigi. Immaginatevi come un mutuatario: andate in banca per ottenere un mutuo o un altro prestito e, mentre parliamo, è come se, con un piano di rimborso di dieci anni, prendeste un prestito al tasso del 2,92%. Questo è il prezzo del nostro debito oggi: 2,92% a dieci anni. La Germania è al 2,04%, quasi 1 punto base in meno, 0,88 appunto.
Tuttavia, un punto di differenza nei tassi equivale a tre miliardi in più all’anno. In dieci anni, sono 30 miliardi in più per ripagare il nostro debito. Una situazione insostenibile se non si decide di ridurre drasticamente la spesa pubblica attraverso riforme drastiche. Questa è l’eredità che la Francia deve affrontare oggi, che si tratti di Michel Barnier, o di un altro, a Matignon.
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