In Trump: l’arte dell’accordo (Ballantine Books, 1987), bestseller che lo ha fatto conoscere, il miliardario e futuro presidente americano delinea il suo metodo di negoziazione. Mostra la tua forza, sorprendi anche se questo significa sbattere la porta, metti l'avversario con le spalle al muro e, soprattutto, “L’importante non è tanto il contenuto dell’accordo quanto avere un accordo che porti il tuo nome, di cui poi puoi prenderti il merito”.
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Marine Le Pen ha letto colui che sostiene da tempo e di cui sogna di diventare la controparte? Nelle ultime settimane ha applicato alla perfezione “l'arte dell'affare”, spingendo progressivamente Michel Barnier ad accogliere la maggior parte delle sue richieste. Ma lunedì 2 dicembre, al termine di una trattativa che dimostrava la sua influenza sul primo ministro, la leader dell'estrema destra ha posato la penna. E ha rinunciato all'accordo che l'avrebbe fatta capo del secondo governo, all'alba di nuovi testi che lanciano sfide: legge finanziaria, legge sull'immigrazione, possibile testo sul voto proporzionale…
Il desiderio dei suoi elettori era quello di rovesciare il governo di Michel Barnier, visto come la continuazione di quelli di Emmanuel Macron. Marine Le Pen e Jordan Bardella si sono schierati a suo sostegno nelle ultime settimane, convinti che avrebbero avuto troppo da perdere e che il Primo Ministro non avesse offerto loro ciò che la Le Pen cercava ardentemente: rispetto. Ai loro occhi, Barnier non ha mai rispettato la promessa fatta all'inizio della legislatura.
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Il duo alla guida del Raggruppamento Nazionale (RN) ha deciso durante il pranzo di lunedì, preservando la propria immagine di partito “antisistema” e rifiutando una doppia opportunità: quella di rivendicare vittorie per il proprio elettorato, e quella di rafforzare l’opinione pubblica le élite economiche hanno su di loro. Hanno annunciato che presenteranno una mozione di censura in seguito all’utilizzo, lunedì 2 dicembre pomeriggio, dell’articolo 49.3 da parte del Primo Ministro per far adottare il bilancio “Secu” e che aggiungeranno i loro voti alla sinistra per votare per quello proposto dal Nuovo Fronte Popolare.
Vincere il voto senior
L'”accordo” avrebbe comunque portato il nome di Le Pen: a lui sono attribuiti gli ultimi fallimenti di Barnier, sull'aumento della tassa sull'elettricità e sul rimborso dei medicinali. Di quest'ultimo, l'ex commissario europeo ha scritto lunedì a mezzogiorno, in un comunicato stampa su carta intestata di Matignon, riferendosi al suo colloquio telefonico con Marine Le Pen. Così facendo, il savoiardo ha rispettato anche l’esigenza formale richiesta dal leader dell’estrema destra. Quest'ultima mano tesa ha accolto la richiesta espressa nelle colonne del Domenica alla Tribunadi a “Discarico sulla deindicizzazione delle pensioni o sul mancato rimborso dei medicinali”.
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