Nei paesi dell’Africa sub-sahariana è raro sentire parlare di violenza negli stadi di Calcio. Ma quando ciò accade, la situazione di solito si trasforma in tragedia. È quello che è successo domenica 1° dicembre in Guinea. Un rigore contestato causò una vera e propria carneficina.
Secondo fonti locali, nella cittadina di N’Zérékoré, nel sud-est del Paese, decine di persone sono morte in scontri di inaudita violenza, per protestare contro le decisioni arbitrali ritenute parziali durante una partita, benché organizzata a sostegno delle autorità militari del Paese.
I fatti sono stati causati dall’espulsione di uno o due giocatori e da un rigore contro la squadra di Labé al termine della partita contro gli undici locali, nella finale di un torneo con trofeo Mamadi Doumbouya, il capo dello Stato.
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Un bilancio probabilmente più pesante di quanto annunciato ufficialmente
Se il governo avanza la cifra di 56 morti, fonti ospedaliere parlano, sotto anonimato, di un bilancio più pesante, che supera il centinaio di vittime.
Inizialmente, i tifosi arrabbiati hanno invaso il campo, prima che si riversasse all’esterno. La situazione degenera completamente, con scene di grande confusione in città. I rivoltosi hanno attaccato la stazione di polizia, l’hanno vandalizzata e poi le hanno dato fuoco.
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“Il panico si è diffuso rapidamente, provocando un movimento incontrollabile della folla. Nella ressa, alcune persone sono state calpestate o ferite mentre cercavano di fuggire”, racconta un residente all’Agence France-Presse, riferendo che sarebbero stati lanciati gas lacrimogeni per disperdere la folla che lanciava pietre in direzione dello stand, dove sono stati trovati in particolare due ministri.
Una pre-campagna per le elezioni presidenziali
Il governo “sta facendo tutto il possibile per fornire le prime risposte a questo tragico evento”, ha affermato in un messaggio il generale Doumbouya. “È stata inviata una missione di emergenza guidata dal Primo Ministro”, ha detto.
Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i tornei di calcio, lo sport numero uno in Guinea, o i raduni popolari in omaggio al capo dello Stato. Le forze di opposizione considerano queste azioni come una preparazione alla candidatura del generale Doumbouya per le future elezioni presidenziali.