Come previsto, Wall Street si prenderà una pausa lunedì all’inizio di una settimana che sarà caratterizzata principalmente dalla pubblicazione degli ultimi dati sull’occupazione americana, prevista per venerdì.
A fine mattinata l’indice Dow Jones è sceso dello 0,3% a 44.788,5 punti, mentre l’indice S&P 500, il più ampio e principale riferimento per gli investitori, ha rosicchiato lo 0,1% a 6.041,2 punti dopo aver registrato un nuovo record assoluto a 6.047,4 punti.
Con un rialzo di oltre lo 0,8%, anche il Nasdaq Composite ha stabilito un massimo storico all’inizio della seduta.
Dicembre è tradizionalmente un buon mese per le azioni statunitensi poiché l’indice S&P guadagna in media il 2% durante l’ultimo mese dell’anno.
Dopo la pausa del Ringraziamento, tuttavia, si potrebbe avvertire una certa cautela in vista del rapporto sull’occupazione di venerdì, che potrebbe rivelarsi decisivo per l’evoluzione della politica monetaria della Fed.
Gli economisti contano in media su 200.000 posti di lavoro creati a novembre, dopo i 12.000 annunciati nella prima stima di ottobre, e su un tasso di disoccupazione al 4,2% contro 4,1%.
I dati, particolarmente seguiti dalla Fed, dovrebbero aiutarla a determinare la tempistica dei prossimi tagli dei tassi, sapendo che i trader ora stimano la probabilità di un rialzo dei tassi il 18 dicembre al 62%, rispetto all’82% di un mese fa, secondo il barometro FedWatch.
Da questo punto di vista, cifre troppo forti potrebbero paradossalmente essere sgradite agli investitori preoccupati di vedere la banca centrale rallentare le sue misure di sostegno all’economia.
Nel frattempo, la sessione di oggi è stata guidata da due indicatori migliori del previsto nel settore, un settore che ultimamente ha mostrato lentezza.
L’indice ISM manifatturiero si è attestato a 48,4 il mese scorso, in aumento di 1,9 punti percentuali rispetto a 46,5 registrato in ottobre, mentre gli economisti in media si aspettavano un indice di 47,6.
Pubblicato poco prima, l’indice PMI manifatturiero calcolato da S&P Global è risalito a 49,7 a novembre da 48,5 del mese precedente, un livello vicino alla soglia di 50 che indica un’espansione dell’attività.
Sul fronte del valore, Intel ha guadagnato più del 4% dopo l’annuncio del ritiro del suo direttore generale Pat Gelsinger, tre anni dopo il suo arrivo alla guida dell’azienda produttrice di processori, periodo durante il quale il titolo ha perso più della metà del suo valore.
Sul mercato dei cambi, l’euro è tornato a scendere in un clima di incertezza sull’evoluzione della situazione politica in Francia, ben al di sotto della soglia di 1,05 contro il biglietto verde.
I rendimenti dei titoli di stato statunitensi sono in leggero aumento, con il decennale in rialzo sopra il 4,22% rispetto al 4,20% di venerdì.
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