fine degli accordi militari con Parigi ma “nessuna logica sostitutiva”

fine degli accordi militari con Parigi ma “nessuna logica sostitutiva”
fine degli accordi militari con Parigi ma “nessuna logica sostitutiva”
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Il presidente ciadiano ha assicurato domenica che il suo Paese, l’ultimo ad ospitare forze francesi nel Sahel dove Mosca sta guadagnando terreno, ha concluso gli accordi militari con la Francia senza “logica di sostituzione”.

“Per eliminare ogni ambiguità, questa decisione di rottura non costituisce in alcun modo un rifiuto della cooperazione internazionale, né una messa in discussione delle nostre relazioni diplomatiche con la Francia”, ha affermato il generale Mahamat Idriss Deby, pochi giorni dopo l’annuncio, sorpreso dalla rottura di questi accordi con il suo tradizionale alleato, che risalgono all’indipendenza del Paese.

“Il Ciad non rientra in alcun modo nella logica della sostituzione di un potere con un altro, tanto meno in un approccio di cambio di padrone”, ha assicurato il Capo dello Stato in una dichiarazione alla stampa, sottolineando che “questa decisione non è stata presa alla leggera” e invocando la “sovranità” del suo paese.

“Abbiamo deciso di porre fine a questa cooperazione militare per riorientare la nostra partnership con la Francia verso altri settori che avranno un impatto più positivo sulla vita quotidiana delle nostre rispettive popolazioni”, ha affermato.

L’annuncio della sospensione degli accordi militari, fatto in un comunicato stampa del ministro degli Esteri ciadiano pubblicato su Facebook, poche ore dopo la visita del suo omologo francese al confine sudanese, ha sorpreso Parigi che solo la sera successiva ha dichiarato “di agire”.

La Francia è già stata costretta a evacuare le sue truppe dal Mali, dal Burkina Faso e dal Niger tra il 2022 e il 2023 dopo che le giunte militari sono salite al potere e si sono avvicinate a Mosca. Anche il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye ha dichiarato giovedì in un’intervista all’AFP che la Francia dovrà chiudere le sue basi militari in Senegal.

Secondo il Quai d’Orsay, Parigi ha già avviato “una riflessione e un dialogo con i suoi partner sulla riconfigurazione dei suoi dispositivi militari in Africa”.

Ultimo punto di ancoraggio della Francia nel Sahel, il Ciad ospita un migliaio di soldati francesi distribuiti su tre basi.

“Il governo è incaricato di contattare la parte francese per l’attuazione di questa decisione”, ha detto domenica il generale Deby. L’accordo prevede che “ciascuna parte possa denunciare il presente trattato mediante notifica scritta”, denuncia che “entra in vigore sei mesi dopo la sua ricezione” da parte dell’altra parte, secondo il testo di cui l’AFP aveva copia.

Lo scorso maggio, tre anni di transizione si sono conclusi a N’Djamena con l’elezione di Mahamat Idriss Déby Itno, portato al potere da una giunta militare dopo la morte del padre Idriss Déby ucciso dai ribelli al fronte.

Minacciato dalle offensive ribelli, Déby senior ha potuto contare sull’appoggio dell’esercito francese per respingerle nel 2008 e poi nel 2019.

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