La corsa alla produttività ha disumanizzato il social network LinkedIn? Uno studio recente indica che la maggior parte dei post non sono più scritti da esseri umani.
Lo scorso settembre, una polemica ha scosso il social network LinkedIn, accusato di utilizzare i dati dei suoi utenti per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale generativa. Se il GDPR ha permesso di bloccare e proteggere i dati degli utenti francesi, un’altra situazione allerta la rete: secondo uno studio dell’organizzazione Originality.ai, specializzata nel rilevamento del testo scritto dall’intelligenza artificiale, la maggior parte dei post sul La rete sarebbe ora scritta dall’intelligenza artificiale. Una situazione che mette in dubbio l’autenticità della rete.
Una rete robotica
Su LinkedIn alcuni utenti hanno già sofferto di una sensazione di déjà vu leggendo certi post, mettendo addirittura in dubbio la loro umanità. Una riflessione che sembra essere condivisa dalla società Originality.ai che ha realizzato uno studio analizzando con il suo motore quasi 8.795 pubblicazioni postate sul social network da gennaio 2018 a ottobre 2024.
Apprendiamo che prima del rilascio di ChatGPT nel 2022, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte degli utenti era marginale prima di mostrare un aumento 189% da gennaio a febbraio 2023. Oggi sarebbe vicino 54% post su LinkedIn che potrebbero essere generati dall’intelligenza artificiale.
Nonostante la mancanza di originalità legata alla generazione dell’intelligenza artificiale, la tendenza sembra destinata a prendere piede. Lo scorso settembre, Gli Echi ha pubblicato un sondaggio sulla sua pagina LinkedIn da cui abbiamo appreso, ad esempio, che il 6% degli intervistati delega la scrittura dei propri post interamente a un’intelligenza artificiale e il 55% afferma almeno di usarla per scriverli.
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