Circa l’80% dei residenti della Striscia di Gaza sono ora sfollati, secondo il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per il territorio, Sigrid Kaag, che martedì ha detto di essere “profondamente preoccupata” per i nuovi ordini di evacuazione emessi dall’esercito israeliano.
“Più di un milione di persone sono ancora una volta sfollate, in cerca di rifugio e sicurezza, portando il numero degli sfollati in tutta Gaza a 1,9 milioni”, ha detto Kaag al quartier generale delle Nazioni Unite.
Circa 2,4 milioni di persone vivono nel territorio palestinese, assediato e bombardato da Israele in rappresaglia all’attacco mortale del movimento islamico Hamas del 7 ottobre.
Le Nazioni Unite stimano che fino a 250.000 persone siano colpite dall’ordine dell’esercito israeliano di evacuare i civili da Al-Qarara, Bani Souhaila e altre città vicino a Khan Younes.
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“I civili palestinesi a Gaza sono sprofondati in un abisso di sofferenza. Le loro vite sono spezzate. La guerra non ha solo creato la più profonda delle crisi umanitarie. Ha scatenato un vortice di miseria umana”, ha aggiunto Sigrid Kaag.
Gli aiuti arrivano nella Striscia di Gaza in quantità insufficienti, ha continuato. L’apertura di nuovi valichi di frontiera, soprattutto nel sud del territorio, è fondamentale per evitare un peggioramento della crisi umanitaria.
La signora Kaag ha invitato la comunità internazionale a fare di più per finanziare gli sforzi volti a fornire aiuti ai residenti di Gaza.
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L’offensiva dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza ha provocato 37.925 morti, la maggior parte civili, secondo i dati del Ministero della Sanità del governo di Gaza guidato da Hamas.
L’attacco di Hamas sul suolo israeliano ha provocato la morte di 1.195 persone, per lo più civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani.
Delle 251 persone rapite durante l’attacco, 116 sono ancora tenute in ostaggio a Gaza, tra le quali 42 sono morte, secondo l’esercito.
Sfida (con AFP)
