Si tratta di un passo avanti importante e spettacolare il dossier degli “scomparsi dell’Isère”questa serie di crimini degli anni '80 e '90 commessi nello stesso dipartimento e per i quali gli investigatori hanno sempre pensato che potessero esserci collegamenti: un uomo, identificato dal suo DNA, è stato messo in custodia di polizia lunedì dai gendarmi della SR di Grenoble, sospettato di essere coinvolto in due di queste indagini, secondo informazioni di RTL confermate da fonti confermate. Da un lato, la morte di Leila Afif, trovata uccisa a colpi di arma da fuoco a La Verpillère, comune dell'Isère situato a sud-est di Lione, il 12 maggio 2002. Dall'altro, quella di Nathalie Boyer, una quindicenne trovata trucidata a Saint-Quentin-Fallavier il 3 agosto 1988.
Questi due casi, mai risolti, sono presi in carico dal 2022 dall'unità “cold case” di Nanterre, che ha portato avanti un lavoro tenace con il supporto della sezione “cold case” della gendarmeria, la Divisione Nazionale dei Casi Irrisolti (. DIANE) e la sezione di ricerca di Grenoble. Secondo le nostre informazioni, si tratta del DNA trovato nei sigilli del dossier di Leila Afif che parlò 26 anni dopo e ha consentito l'identificazione del sospettato. Sono poi apparse altre prove che potrebbero incriminarlo, collegandolo alla morte di Nathalie Boyer, avvenuta 36 anni fa.
L'uomo in custodia ha circa 60 anni.. Al momento sono state raccolte poche altre informazioni su di lui. La sfida dell'attuale fermo di polizia, che nel caso specifico di sospetto di serialità può durare fino a 96 ore, sarà quella di verificare questo possibile coinvolgimento nei due casi. Il legame geografico è evidente perché i due comuni di Verpillère e Saint-Quentin-Fallavier sono uniti. Gli investigatori del “cold case” della gendarmeria hanno numerosi indizi secondo una fonte vicina al caso, ma nessun DNA nel dossier Boyer.
Il corpo di Nathalie Boyer, 15 anni, fu ritrovato da un ferroviere il 4 agosto 1988, sul ciglio di un binario, il giorno dopo la sua scomparsa. Dall'autopsia emergerà che la giovane ha avuto la gola tagliata, senza aver subito violenza sessuale. Sua madre aveva avvisato la polizia il giorno prima. La ragazza, 15 anni, ospitata in una casa di accoglienza ma rientrata per le vacanze, era scomparsa nel tardo pomeriggio.
Le prime piste seguite dagli investigatori all'epoca si rivelarono vicoli ciechi e il caso finì per essere abbandonato dai tribunali. La famiglia continua da anni a chiedere la riapertura del caso, tramite i propri avvocati tra cui Corinne Herrmann, specialista in casi irrisolti. Il caso Boyer sarà in definitiva uno dei primi ad essere affrontato dall’unità “cold case” di Nanterre, dedicata ai crimini seriali e irrisolti, dopo la sua creazione nel 2022.
Questo è anche il caso del caso Leïla Afif. Il 7 maggio 2000, la madre si reca a Saint-Quentin-Fallavier per iscrivere uno dei suoi figli alla formazione. I suoi figli non la vedranno mai tornare. Il suo corpo senza vita fu ritrovato cinque giorni dopo in un canale.
Anche in questo caso l'indagine non ha avuto successo e il centro per i casi irrisolti ha deciso il luogo prima della riapertura.
Per saperne di più