Gli Stati Uniti e la Francia annunceranno la conclusione di un cessate il fuoco in Libano dopo diverse settimane di intensi negoziati. Secondo un rapporto pubblicato martedì da Reuters, i presidenti americano Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron hanno avuto discussioni incessanti per porre fine alle ostilità che scuotono il paese dal settembre 2024.
Un cessate il fuoco in divenire, preso di mira dalla comunità internazionale, mirerebbe a calmare gli scontri sempre più violenti tra Israele ed Hezbollah, promuovendo al contempo il ritorno alla pace e alla stabilità nella regione.
Tuttavia, la situazione a Gaza rimane ancora in gran parte fuori dalla portata di qualsiasi soluzione immediata, e non vi è alcuna indicazione che sia in corso un accordo di cessate il fuoco in questo settore.
Il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha affermato che sono stati compiuti progressi significativi nei negoziati con il Libano, affermando: “Siamo vicini, ma nulla è certo finché tutto non sarà risolto”. » Questa affermazione sottolinea la cautela che guida le discussioni, nonostante i progressi tangibili.
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Allo stesso tempo, gli attacchi aerei israeliani hanno continuato a colpire il sud di Beirut, in particolare i sobborghi dove gli attacchi hanno preso di mira le infrastrutture strategiche, esacerbando le sofferenze della popolazione civile. Questi attacchi avvengono mentre i colloqui di pace continuano dietro le quinte, aggiungendo una dimensione tragica a un conflitto già segnato da considerevoli perdite umane.
Il governo israeliano, rappresentato dall’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, si è astenuto da qualsiasi commento ufficiale riguardo alla possibilità di un accordo di cessate il fuoco. Tuttavia, un funzionario israeliano ha indicato che la riunione di gabinetto prevista per quel giorno si concentrerà specificamente sulla revisione e sull’approvazione della proposta di tregua. Questo incontro è cruciale e potrebbe segnare una svolta nel conflitto.
Questa notizia arriva pochi giorni dopo che un altro importante sviluppo diplomatico ha scosso la scena internazionale. Infatti, la Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant. Questi mandati si riferiscono a gravi accuse di crimini di guerra commessi a Gaza. La Corte Europea ha ritenuto che esistessero “fondati motivi per ritenere” che questi due funzionari israeliani avessero partecipato a crimini di guerra, compreso l’uso della fame come metodo di guerra, omicidio, persecuzione, così come altri “atti disumani” durante il periodo dall’8 ottobre 2023 al 20 maggio 2024.
La violenza in corso tra Israele e Hezbollah in Libano, così come i combattimenti in corso a Gaza, hanno comportato un pesante tributo di vite umane. Il bilancio delle vittime degli attuali conflitti ammonta a oltre 3.700 morti in Libano, principalmente tra i civili. Allo stesso tempo, il numero delle vittime nei territori palestinesi supera ormai le 44.000, cifra che comprende in maggioranza donne e bambini. La sofferenza delle popolazioni civili, intrappolate tra le potenze regionali e internazionali, si intensifica ogni giorno.
La comunità internazionale, pur divisa sulla questione del conflitto israelo-palestinese, sembra unita di fronte alla portata della tragedia libanese. Gli sforzi diplomatici congiunti di Stati Uniti e Francia dimostrano il desiderio di stabilizzare la regione, ma anche di contenere una crisi umanitaria che potrebbe diffondersi rapidamente oltre i confini del Libano. In questo contesto, la questione del cessate il fuoco assume un’importanza cruciale, non solo per la pace in Libano, ma per l’intero Medio Oriente.