Caso Pogba: si apre e prosegue in assenza il processo ai parenti del giocatore: News

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Avrebbero voluto rivederlo, anche in un'aula di tribunale: sei parenti dell'ex nazionale francese Paul Pogba, tra cui il fratello maggiore, sono da martedì processati dal Tribunale penale di Parigi, nonostante l'assenza del loro accusatore al processo .

I sei imputati sarebbero coinvolti in quello che è stato definito il “caso Pogba”: ricatti, pressioni e perfino sequestri sotto minaccia di armi con l'obiettivo di estorcere 13 milioni di euro al centrocampista, che all'epoca dei fatti giocava al Manchester United e poi alla Juventus. Torino.

“Il tribunale non accoglie le richieste di rinvio”, ha annunciato in prima serata il presidente del tribunale, confermando che il processo si svolgerà come previsto anche in assenza di Paul Pogba, parte civile.

Poco prima gli avvocati della difesa avevano denunciato l'assenza del giocatore. “Il confronto in udienza pubblica permette a tutti di valutare la credibilità reciproca. La presenza di Paul Pogba è essenziale”, ha dichiarato Me Yves Leberquier, avvocato di uno dei sei imputati.

Ma la corte ha dato ragione al pubblico ministero che aveva risposto che “nessun testo obbliga la parte civile a presentarsi al processo”.

In prima fila siedono cinque imputati, amici d'infanzia di Paul Pogba e uno dei suoi fratelli maggiori Mathias. Dietro di lui, nei tradizionali abiti neri e verdi, la madre di Pogba. Nel palco, un sesto uomo, l'unico a trovarsi in custodia cautelare.

La vicenda è venuta alla luce a fine agosto 2022 con un video postato sui social da Mathias Pogba in cui prometteva rivelazioni sul fratello minore. “Tutto questo rischia di essere esplosivo”, ha dichiarato Mathias, senza ulteriori dettagli.

A questo enigmatico video ne è seguito un altro in cui il grande fratello accusava Paul di aver molestato Kylian Mbappé, suo compagno di squadra con i Blues.

“Le recenti dichiarazioni di Mathias Pogba (…) si aggiungono alle minacce e ai tentativi di estorsione da parte di una banda organizzata contro Paul Pogba”, hanno poi detto gli avvocati di Paul Pogba e la sua agente Rafaela Pimenta.

Il nazionale, appena riconfermato alla Juventus dopo sei stagioni al Manchester United, aveva infatti presentato reclamo in Italia nel luglio 2022 prima di essere ascoltato in Francia pochi giorni dopo.

Agli investigatori ha dichiarato di essere stato «intrappolato da amici d'infanzia» nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2022, all'epoca in cui viveva ancora a Manchester.

Questi parenti lo avrebbero rapito e sequestrato sotto la minaccia di due uomini incappucciati e armati di fucili d'assalto, per pretendergli 13 milioni di euro per “servizio reso”, accusandolo di non averli aiutati economicamente visto che era diventato un giocatore professionista. Dei 13 milioni afferma di aver pagato la somma di 100mila euro.

Nel corso delle sue udienze, Paul Pogba ha raccontato anche di aver subito pressioni da parte di questi amici al centro di allenamento dei Blues a Clairefontaine, a Manchester dove aveva residenza, e al centro di allenamento del club a Torino.

Ha anche detto di aver pagato una fattura di 57.227 euro nel negozio Adidas sugli Champs-Elysées.

– “Un rapporto di fratelli” –

Chi è vicino al campione del mondo 2018 ha negato fermamente queste accuse. A loro discolpa, tutti hanno affermato di essere stati vittime di violenze e pressioni da parte dei rapinatori incappucciati, mai identificati.

Nel corso del processo i cinque amici d'infanzia verranno processati per estorsione, sequestro di persona e associazione a delinquere.

Mathias Pogba, assente la notte del rapimento, è sospettato di aver poi “fatto pressioni contro suo fratello Paul e la sua famiglia per ottenere il pagamento della somma di 13 milioni di euro”.

Verrà processato per tentata estorsione e associazione a delinquere.

Durante un'udienza davanti al gip, qualche mese fa, Paul Pogba raccontò come il denaro avesse separato i due fratelli, stabilendo la dipendenza finanziaria di Mathias da lui: “Volevo che riprendessimo un rapporto tra fratelli e non un rapporto finanziario”.

Gli imputati rischiano dai cinque ai dieci anni di carcere.

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