L'ex ministro dei Conti pubblici difenderà mercoledì in Assemblea un progetto di legge frutto di un lavoro iniziato quando era a Bercy. Secondo lui si potrebbero così risparmiare tra 700 milioni e 1,6 miliardi di euro.
Thomas Cazenave ha lasciato Bercy con alcuni documenti di lavoro sotto il braccio. L'ex ministro dei Conti pubblici, deputato della Gironda, non ha abbandonato il suo progetto di rafforzamento « lottare contro ogni frode in materia di aiuti pubblici » annunciato a maggio. Mercoledì presenterà in commissione un disegno di legge volto a « rafforzare l’arsenale delle amministrazioni per combattere meglio le frodi » e a « colpire duramente i delinquenti ».
Pur accogliendo con favore i progressi compiuti contro la frode fiscale e sociale, l'eletto deplora i ritardi per quanto riguarda gli aiuti pubblici come MaPrimeRénov', i certificati di risparmio energetico (CEE) o anche quelli relativi all'apprendistato. In totale, 100 miliardi di euro di fondi pubblici vengono erogati da diverse strutture più o meno attrezzate per contrastare le malversazioni. Secondo le stime di Bercy, potrebbero trattarsi di una cifra compresa tra 700 milioni e 1,6 miliardi di euro « vinto » grazie al nuovo arsenale legislativo.
L'ex ministro vuole anche “garantire una maggiore collaborazione tra tutti i servizi”, vietare il telelavoro in tutte le sue forme, imporre alle aziende di informare i propri clienti quando si avvalgono di subappaltatori non certificati
Come ? In particolare, autorizzando le amministrazioni a sospendere i pagamenti in caso di indizi di frode, prendendosi tempo per effettuare verifiche entro tre mesi. Perché « gli aiuti che non sono stati versati sono aiuti che non saranno recuperati »riassume Thomas Cazenave. È infatti particolarmente difficile recuperare le somme indebitamente versate una volta scomparse le società fraudolente. Un classico, soprattutto nel campo delle pompe di calore.
Lo vuole anche l'ex ministro « garantire una maggiore cooperazione tra tutti i servizi »vietano la propaganda in tutte le sue forme, impongono alle imprese di informare i propri clienti quando si avvalgono di subappaltatori non certificati o addirittura pubblicano il nome delle imprese responsabili della violazione.