Un articolo pubblicato martedì 26 novembre da Public Health France fornisce dati sullo sviluppo dell’AIDS, lo stadio più avanzato dell’HIV, in persone consapevoli del proprio stato di sieropositività. Non hanno fatto ricorso alle cure che tuttavia hanno permesso loro di vivere una vita quasi normale.
Nella mente del grande pubblico la differenza non è sempre chiara. Il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un’infezione che può essere trasmessa soprattutto durante i rapporti sessuali. La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), talvolta erroneamente utilizzata come sinonimo, è lo stadio più avanzato della malattia derivante dall’infezione da virus.
Pertanto è possibile essere sieropositivi, infettati dall’HIV, ma senza sviluppare l’AIDS. Tuttavia, un numero significativo di persone sieropositive non vengono curate e sviluppano l’AIDS, come evidenziato martedì 26 novembre in un articolo pubblicato da Public Health France.
In questo articolo, l’epidemiologa Françoise Cazein constata che, “malgrado i notevoli progressi” nella cura dei pazienti, “l’AIDS, lo stadio più avanzato dell’infezione, viene ancora diagnosticato in Francia a diverse centinaia di persone all’anno”.
Uno studio effettuato sulla base di dati dichiarativi raccolti dal 2012 al 2023, periodo durante il quale abbiamo potuto osservare dagli 800 ai 900 casi di Aids in media all’anno, 11.300 stimati sull’intero intervallo.
Il 18% sa di essere infetto ma non ha cure
Tuttavia, anche se non è ancora possibile curare l’HIV (a parte rarissime eccezioni), i trattamenti consentono alle persone sieropositive di vivere una vita normale, grazie al trattamento antiretrovirale. Come spiega Vidal, si tratta di “sostanze progettate per bloccare le diverse fasi della moltiplicazione dell’HIV”.
Questi trattamenti ti aiutano a rimanere in salute e a prevenire la trasmissione a un partner durante i rapporti sessuali. Ma una parte della popolazione sfugge, rifiuta o ignora questo trattamento.
“La stragrande maggioranza (80%) delle diagnosi di AIDS riguardava persone che non avevano ricevuto (cure) prima dell’AIDS”, si legge nel bollettino delle autorità sanitarie. Nel 18% dei casi le persone sapevano di essere infette dal virus HIV.
L’articolo è più un inventario che una spiegazione approfondita dei meccanismi in atto. “I dati raccolti dalla (dichiarazione), necessariamente succinti, non ci permettono di conoscere le ragioni dell’assenza di cure per queste persone”, indicano i ricercatori francesi.
Qual è la posizione reale della medicina di fronte all’AIDS?
Rimangono tuttavia avanzate alcune piste, tra cui i profili dei pazienti. Tra questi figurano, ad esempio, le persone nate all’estero arrivate in Francia senza accesso a cure adeguate nel periodo intercorrente tra la diagnosi e lo sviluppo dell’AIDS, che impiega in media otto anni.
“Qualsiasi contatto con il sistema sanitario, anche a distanza dalla migrazione, potrebbe essere un’opportunità per offrire o ripetere un test HIV, in modo da poter portare queste persone all’assistenza sanitaria”, sostengono gli autori.