La competizione La mia tesi in 180 secondi festeggia quest’anno il suo decimo anniversario, con la grande finale internazionale che si svolgerà questo giovedì, 21 novembre, al Palais de la culture di Abidjan, in Costa d’Avorio. Questo evento storico riunirà 20 finalisti da tutto il mondo per affrontare la sfida di presentare l’argomento della loro tesi in modo conciso, chiaro e accattivante in soli tre minuti. Tra i finalisti, la mauriziana Véronique Nankoo si distingue per il suo soggetto che unisce storia, cultura e impegno.
Ispirato dalla concorrenza Tesi di tre minuti (3MT) lanciato nel 2008 presso l’Università del Queensland, in Australia, La mia tesi in 180 secondi è stato creato nel 2012 sotto l’egida dell’Associazione francofona per il savoir, in Quebec. Grazie alle collaborazioni internazionali con istituzioni come il CNRS (Francia), il CNRST (Marocco) e l’Università di Liegi (Belgio), il concorso ha assunto nel 2014 una dimensione globale, accogliendo partecipanti da tutti e quattro gli angoli del mondo. Da allora, è stato organizzato in più di 100 paesi e ha consentito a migliaia di dottorandi di divulgare le proprie ricerche a un pubblico non specializzato. L’Africa, in particolare, si è distinta in questa competizione. Paesi come il Senegal, il Madagascar e il Burkina Faso hanno regolarmente brillato sul podio internazionale, testimoniando una francofonia scientifica dinamica e inclusiva.
Una varietà di eccellenze
Anche quest’anno il concorso è ricco di diversità, con partecipanti provenienti da Europa, Africa, Asia e America. I temi trattati sono tanto vari quanto affascinanti: dall’impatto delle zone di libero scambio sulle famiglie (Burkina Faso) alle dinamiche dei pesci di barriera (Madagascar), passando per le tradizioni orali degli Okandé e dei Saké in Gabon. Véronique Nankoo, che si vede già sul palco per questa finale, dice di essere pronta a incontrare nuove persone e fare nuove esperienze.
Nata il 2 settembre 1981, Véronique Nankoo è appassionata di arti dello spettacolo e tradizione orale. Dottoranda presso l’Università di Mauritius, presenta la sua tesi dal titolo: Performance dal vivo impegnata a Mauritius: un maroonage culturale. Questo lavoro esplora il ruolo della creatività e delle arti come forme di resistenza non violenta, dal tempo della schiavitù ad oggi. Mette in risalto forme artistiche come séga, seggae e le performance di narratori e drammaturghi mauriziani. Per Véronique questa tesi è molto più di un progetto accademico: è un impegno di vita, nutrito dalla sua famiglia e dalle sue radici culturali. Professoressa al St. Mary’s College, moglie e madre di un bambino di dieci anni, riesce a coniugare questi molteplici ruoli con una determinazione esemplare.
Qualificarsi per questa finale internazionale non è stato facile. Accompagnata dal figlio Noé e dall’artista Clémence Soupe come allenatori, Véronique ha dovuto affinare il suo testo per rispettare il formato di 180 secondi, combinando semplicità e rigore scientifico. Questa sfida, seppur intensa, gli ha permesso di fiorire in un campo dove arte e scienza si incontrano.
Anche il suo arrivo in Africa fu segnato da momenti forti. Esausta dopo un lungo viaggio, non ha esitato a ballare una sega durante la cena di benvenuto, dimostrando il suo attaccamento alla cultura mauriziana. Per Véronique, questa finale è un’opportunità unica per incontrare ricercatori provenienti da tutto il mondo, condividere idee e imparare da esperienze diverse. “Intendo brandire con orgoglio il mio essere mauriziano e, se si presenterà l’occasione, cantare il nostro inno nazionale. Alalila!”confida con entusiasmo.
Qualunque cosa accada domani, Véronique Nankoo uscirà vittoriosa da questa avventura, forte del suo impegno, del suo lavoro e della sua passione. Stando su questo palcoscenico internazionale, incarna la speranza e l’eccellenza mauriziane e ispira una nuova generazione di ricercatori a sognare in grande.