Se alcune pratiche sono sempre più radicate, come la donazione di indumenti e attrezzature o la rivendita su piattaforme di seconda mano, altre, al contrario, sono in declino, rivela uno studio Odoxa per Suez pubblicato martedì.
Nel corso degli anni la cernita è entrata definitivamente a far parte delle nostre consuetudini. Ma ridurre i rifiuti rimane ancora difficile per gran parte delle famiglie francesi. Un vasto sondaggio realizzato tra più di 12.000 persone dall'istituto Odoxa per Suez*, pubblicato questo martedì in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, mostra tutti gli sforzi che restano da compiere per cambiare le abitudini nella materia. Mentre secondo Ademe ogni francese produce in media 568 kg di rifiuti per abitante all'anno, la stragrande maggioranza degli intervistati (87%) afferma di impegnarsi quotidianamente per limitarli. “I francesi sono molto attenti allo spreco”osserva lo studio.
Tuttavia, quando si tratta di sporcarsi le mani, i francesi sono un po’ più inattivi. Certamente, il 90% dei francesi afferma di rispettare le istruzioni di raccolta differenziata indipendentemente dalle categorie di rifiuti. “Ma oltre alla raccolta differenziata, fanno ancora fatica a ridurre i rifiuti”osserva lo studio. Lo pensa solo il 66% dei francesi “facile” (-4 punti rispetto al barometro 2020), ovvero “un divario di 24 punti tra questo indicatore e la quota di francesi che credono che sia facile differenziare i propri rifiuti”.
Tra le complessità gli intervistati citano tutta una serie di spiegazioni, dal timore di dover cambiare troppe cose nella propria organizzazione quotidiana (30%) alla rinuncia ad alcuni prodotti che apprezzano (30%). Ma anche la mancanza di informazioni sulle istruzioni in questo settore (29%) o addirittura un costo più elevato (27%). Molti francesi lamentano anche la mancanza di sostegno e di mezzi per ridurre i rifiuti, sia quelli della loro comunità (32%) che, ancor più, quelli delle loro imprese (45%).
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Nel dettaglio, stanno diventando sempre più diffusi alcuni eco-gesti, come donare indumenti e attrezzature ad associazioni, centri di riciclaggio o ai contenitori per la raccolta (l'83% lo fa almeno occasionalmente, +17 punti tra il 2021 e il 2024). “Significativamente più presa in carico dalle donne (87% contro il 78% degli uomini) e da quelle di 50 anni e più (86% contro il 76% degli under 35), si è tuttavia diffusa fortemente a tutta la popolazione”osserva lo studio. Un'altra pratica che sta avanzando è la rivendita su piattaforme di seconda mano come Vinted o Leboncoin (68%, +3 punti). Secondo gli autori dello studio, “possiamo ipotizzare che possa ampliare il suo pubblico nei prossimi anni dato che attualmente è ancora appannaggio di una popolazione specifica: le donne, gli under 50 e i membri delle famiglie più facoltose”.
Ristagnano altre pratiche, come la scelta di privilegiare l'acqua del rubinetto rispetto a quella in bottiglie di plastica (72%, +1 punto tra il 2021 e il 2024), o la preferenza per la riparazione per far durare le proprie attrezzature piuttosto che buttarle (81%, +1 punto). Altri comportamenti tendono addirittura a diminuire, “sottolineando la necessità di “coinvolgere nuovamente” i francesi su queste buone pratiche di riduzione dei rifiuti”sottolinea lo studio. È il caso, ad esempio, dell'acquisto di prodotti alimentari sfusi (49%, -7 punti rispetto al 2021), la cui popolarità sembra essere agli sgoccioli. In diminuzione anche la rinuncia ai prodotti usa e getta (pannolini, asciugamani, stoviglie usa e getta) (67%, -4 punti) o il favore dei cortocircuiti (73%, -2 punti). “Tanti segnali che sottolineano la necessità di individuare nuove leve per rafforzare l’impegno dei cittadini a ridurre i rifiuti e metterli sullo stesso piano dell’impegno per la loro corretta differenziazione”conclude lo studio.
*Sondaggio realizzato dall'istituto Odoxa per Suez, via Internet, dal 18 al 30 settembre 2024, realizzato su un campione di 12.179 francesi rappresentativo della popolazione francese di 18 anni e più in termini di sesso, età, socioprofessionale categoria, regione, dipartimento e categoria urbana.