Papa Francesco solleva per la prima volta le accuse di “genocidio” a Gaza contro Israele, in un libro di prossima uscita, i cui estratti sono stati pubblicati domenica in Italia. “Secondo alcuni esperti ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Sarebbe opportuno studiare attentamente questo aspetto per verificare se (la situazione) corrisponde alla definizione tecnica formulata dai giuristi e dalle organizzazioni internazionali”, ha affermato il Papa.
Queste parole sono tratte dal nuovo libro di Francesco, La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliorein uscita martedì in Italia, Spagna e Sud America, e il cui quotidiano La Stampa estratti pubblicati domenica.
Una prima volta per il papa
Il sovrano pontefice fa regolarmente riferimento allo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, al “genocidio” degli armeni sotto l'impero ottomano, dei tutsi in Ruanda o dei cristiani in Medio Oriente.
Deplora spesso le vittime civili di Gaza, ma questa è la prima volta che usa pubblicamente il termine genocidio – senza però assumerselo – nel contesto delle operazioni militari israeliane nel territorio palestinese.
L’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha reagito domenica pomeriggio sul suo account X, indicando che il Paese aveva lanciato un’offensiva di “autodifesa” a Gaza come rappresaglia per “il massacro genocida dei cittadini israeliani” da parte di Hamas il 7 ottobre 2023 “Qualsiasi tentativo di chiamare questa legittima difesa con un altro nome equivale a isolare lo Stato ebraico”, ha scritto la rappresentanza diplomatica israeliana.
Metodi corrispondenti alle “caratteristiche di un genocidio”
Giovedì, un comitato speciale delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto in cui ha riscontrato che i metodi di guerra impiegati da Israele “soddisfano le caratteristiche di un genocidio”.
Il rapporto di questo comitato speciale delle Nazioni Unite, creato nel 1968 e responsabile di indagare sulle pratiche israeliane nei territori palestinesi occupati, dovrà essere presentato lunedì all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Le sue conclusioni sono già state condannate dagli Stati Uniti.
E questa non è la prima volta che Israele è oggetto di tali accuse da quando è iniziata la guerra, più di un anno fa. Il Sudafrica ha avviato un procedimento in tal senso davanti alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) e diversi paesi, tra cui Turchia, Spagna e Messico, si sono uniti.
Quasi 44.000 morti a Gaza
Secondo l’ultimo rapporto di Hamas pubblicato domenica, le operazioni israeliane nel territorio palestinese hanno provocato 43.846 morti, per lo più civili. Intervengono come rappresaglia per il massacro in Israele di 1.206 persone commesso il 7 ottobre dai commandos del movimento islamico, la maggior parte civili, secondo un conteggio basato su dati ufficiali e che includeva ostaggi morti o uccisi durante la prigionia a Gaza. Striscia.
Anche Papa Francesco, nelle sue dichiarazioni pubbliche, chiede spesso la restituzione di tutti gli ostaggi israeliani. Giovedì ha ricevuto in Vaticano un gruppo di 16 ex ostaggi liberati dopo mesi di prigionia a Gaza.