ROMA – Papa Francesco ha chiesto un’indagine per stabilire se le azioni di Israele a Gaza equivalgano a “genocidio”, secondo alcuni estratti di un nuovo libro pubblicato domenica. L’opera sarà pubblicata prima dell’anno giubilare del sovrano pontefice.
Questa è la prima volta che Papa Francesco chiede apertamente un’indagine sulle accuse di genocidio legate alla campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza. A settembre, ha ritenuto che gli attacchi perpetrati dall’IDF a Gaza e in Libano fossero “immorali” e sproporzionati e che l’esercito israeliano avesse oltrepassato le norme che regolano i conflitti armati.
Israele nega vigorosamente di aver commesso un genocidio a Gaza.
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Il libro, scritto da Hernán Reyes Alcaide e basato su interviste al papa, si intitola La speranza non delude mai: pellegrini verso un mondo migliore. Verrà pubblicato martedì.
“Secondo alcuni esperti ciò che sta accadendo a Gaza presenta le caratteristiche di un genocidio”, ha detto il Papa in un estratto pubblicato dal quotidiano italiano La Stampa.
“Dovremmo aprire un’indagine attenta per verificare se i fatti corrispondono alla definizione tecnica formulata da giuristi e organizzazioni internazionali”, aggiunge.
Papa Francesco presiede una messa in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri nella Basilica di San Pietro, Vaticano, il 17 novembre 2024. (Alessandra Tarantino/AP)
L’ambasciatore israeliano presso il Vaticano ha respinto il suggerimento di Papa Francesco secondo cui la comunità mondiale dovrebbe studiare se le operazioni militari di Israele a Gaza costituiscono un genocidio del popolo palestinese, affermando che l’unico atto di genocidio è stato il massacro degli israeliani da parte del gruppo terroristico palestinese Hamas.
Nei brani pubblicati, il pontefice afferma che alcuni esperti internazionali affermano che “ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio”.
“A seguito del rapporto diffuso oggi da Vatican News: Il 7 ottobre 2023 c’è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto all’autodifesa contro i tentativi di uccidere i suoi cittadini provenienti da sette diversi fronti”, ha affermato Yaron Sideman, ambasciatore presso la Santa Sede.
“Ogni tentativo di chiamarlo con qualsiasi altro nome equivale a puntare il dito contro lo Stato ebraico”, ha scritto sui social media.
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