Processo per stupro a Mazan –
Dominique Pélicot accusata da due coimputati di averli drogati
Per i due coimputati, “è chiaro che non si trovavano nel loro stato normale a casa dei coniugi Pélicot”.
Pubblicato oggi alle 20:34
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Di ritorno venerdì al tribunale penale di Vaucluse, dopo una giornata di ricovero in ospedale, Dominique Pélicot, principale imputata nel processo per stupro di Mazan, è stata accusata da due dei suoi 50 coimputati di averli anche drogati.
Per Nizar H, 40 anni, e Christian L., 56 anni, è chiaro che non si trovavano nel loro stato normale a casa dei coniugi Pélicot, dove sono accusati di aver violentato Gisèle Pélicot, priva di sensi, priva di sensi .ansiolitici dal suo ormai ex marito.
“Ero in trappola”, ha insistito Nizar H., assicurando che quella notte tra il 9 e il 10 ottobre 2020, quando è stato filmato da Dominique Pélicot mentre violentava sua moglie, non era se stesso: “nei video, sono un robot”, ha ha dichiarato, convinta di essere stata drogata dal marito quando gli ha servito un bicchiere d’acqua.
“Per una coppia libertina”
A riprova, secondo lui, questo incidente avuto al ritorno da quella sera, dove aveva rotto il paraurti della sua macchina, e di cui non aveva memoria.
“Ci sono andato per una coppia libertina”, dove la donna faceva finta di dormire, ha sostenuto, “mai in vita sua mi ha detto ‘vieni a stuprare mia moglie’”, ha detto insistendo, arrabbiato.
Per Christian L., alias “Chris il pompiere” sul sito coco.fr dove era stato invitato dal signor Pélicot, come gli altri 49 coimputati in questo processo straordinario, la difesa è la stessa: deve essere stato drogato , senza dubbio quando il signor Pélicot gli servì il caffè, caffè di cui però non ha memoria.
“Quel giorno (Christian L., ndr, è uno dei rari ad essere venuto ai Pélicots di giorno, il 15 gennaio 2019) c’era un blackout totale finché non ho riavuto la mia Twingo”, ha assicurato Tribunale.
“Che tutto finisca il più presto possibile”
E se ha confessato gli stupri mentre era in custodia di polizia, è stato perché voleva che «tutto questo finisse il più presto possibile»: «Ero pronto a dire loro tutto quello che volevano, e perché no che Kennedy ero io».
Imperturbabile, Dominique Pélicot ha ripetuto quello che diceva dall’inizio di questo processo, iniziato il 2 settembre: tutti sapevano che sua moglie era stata precedentemente drogata da lui, tutti sapevano che sarebbero venuti a violentarla.
Solo tre degli ultimi sette imputati hanno potuto essere interrogati sui fatti venerdì, durante le udienze di Nicolas F., 43 anni, Boris M., 37 anni, Philippe L., 62 anni, e Joseph C., 69 anni, avverrà lunedì, ha annunciato il presidente del tribunale Roger Arata, chiudendo i dibattiti.
Ciò dovrebbe rinviare a martedì l’udienza dei due figli della coppia Pélicot, David e Florian, gli unici due membri della famiglia a non essere ancora stati ascoltati dal tribunale, ad Avignone.
Una volta data un’ultima volta la parola a Dominique Pélicot, il principale imputato, ed eventualmente alla sua ex moglie Gisèle, il processo entrerà in una nuova fase, non prima di mercoledì: quella delle memorie. La parola verrà data prima ai difensori delle parti civili, poi ai due rappresentanti della Procura, e poi ai difensori dei 51 imputati.
Dopo aver dato la parola un’ultima volta agli imputati, il tribunale si ritirerà a deliberare, con la sentenza prevista al massimo il 20 dicembre.
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