La Chiesa evangelica riformata della Svizzera ha perso 39.000 membri nel 2023. È quanto emerge dal sondaggio dell’Istituto svizzero di sociologia pastorale (SPI), presentato il 14 novembre 2024 in una conferenza stampa, a Berna. Una perdita di iscritti che però contrasta con l’impegno dei volontari.
Rispetto al 2023, le chiese evangeliche riformate hanno perso il 30% in più di membri. Questo sviluppo fa parte di un’erosione a lungo termine dell’affiliazione alla chiesa, dovuta a fattori strutturali e decisioni individuali. Molti membri hanno solo un lontano legame con la Chiesa a livello istituzionale, il che favorisce questo esodo, indica la Chiesa evangelica riformata della Svizzera (EERS) in un comunicato stampa del 14 novembre 2024.
La pubblicazione, nel settembre 2023, dello studio pilota sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica romana ha portato ad un aumento delle partenze tra i riformati. La presenza dei media ha ricordato ad alcuni che erano ancora membri della Chiesa e li ha incoraggiati ad attuare un’uscita già realizzata al loro interno, stima l’EERS.
“Ma la colpa non dovrebbe essere attribuita esclusivamente ad altre istituzioni”, sottolinea Rita Famos, presidente dell’EERS. “Ci troviamo di fronte alla sfida di essere rilevanti e credibili per persone che sono solo vagamente legate alla Chiesa in modo ancora più intenso”.
“Una Chiesa più piccola, ma non debole”
«La Chiesa è diventata più piccola, se consideriamo il numero dei membri», continua Rita Famos. “Ma se parliamo del valore sociale e dell’impatto della nostra Chiesa, rimane grandioso”. Nonostante il calo dei numeri, la Chiesa resta un “pilastro della società”, in particolare grazie all’impegno dei suoi volontari.
Nel territorio delle Chiese riformate Berna-Giura-Soletta vengono svolte ogni anno più di 588.000 ore di volontariato, che corrispondono ad un valore economico di oltre 31 milioni di franchi. Secondo un recente studio, le Chiese riformate nazionali del cantone di Basilea Campagna hanno fornito più di 524.000 ore di servizi sociali, di cui più di 398.000 ore di volontariato, per un valore di oltre 20 milioni di franchi. Allo stesso modo, anche il rapporto sui “contributi” delle comunità religiose nel cantone di Zurigo conferma l’importanza delle Chiese e delle comunità religiose per il bene comune, precisa l’EERS.
Offerte da tutti i ceti sociali
L’offerta diaconale, culturale e sociale della Chiesa riformata raggiunge anche persone di ogni ceto sociale: «Pensiamo ai corsi di tedesco per migranti, ai luoghi ecclesiali dove il caffè, l’angolo gioco e l’ascolto aiutano a combattere l’isolamento, o anche alle iniziative culturali eventi e concerti, spesso senza ingresso a pagamento”, continua Rita Famos. “Penso anche alle lezioni Ultimo aiuto che hanno molto successo e in cui le persone, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa, parlano di come possono accompagnare i loro cari nella morte. Anche molte persone, che non appartengono o appartengono più formalmente alla Chiesa, vengono coinvolte in questi diversi progetti perché si sentono legate ad essi.
Promuovere la comunione e l’impegno
La Chiesa evangelica riformata intende continuare ad affrontare le sfide della società e a promuovere nuove forme di comunità. “Il nostro compito è continuare a offrire spazi di scambio, spiritualità e impegno alle persone che si sono allontanate dalla Chiesa istituzionale. La Chiesa non è solo un’istituzione, ma anche una comunità viva che, attraverso l’impegno dei suoi membri, dimostra di rispondere alle sfide del nostro tempo e di rimanere profondamente radicata nella società”, conclude Rita Famos. (cath.ch/com/eers/gr)
© Catholic Media Center Cath-Info, 15.11.2024
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