Definito “marxista” e “comunista”, il promotore della petizione ha forzato l’esclusione di un ospite dalla Tutti ne parlanoAnne-Marie Ménard, subisce insulti da domenica, ma non si tira indietro dalla sua posizione.
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“Non credo che capisca nemmeno cosa significano quelle parole. Non sono marxista, sono femminista”, ha detto lunedì a Isabelle Maréchal in un’intervista alla radio QUB, a 99.5 FM Montreal.
Tutto è iniziato sabato sera, quando Anne-Marie Ménard, seguita da più di 80.000 persone su Instagram, ha lanciato una petizione contro la presenza delle due co-conduttrici del Podcast lucido all’incontro domenicale.
“Ho affrontato questa cosa in modo molto ingenuo. Sabato sera, mentre mangiavo sushi, mi sono detta: “Andiamo, facciamo una petizione”. Non sapevo che in 24 ore avremmo ricevuto più di 25.000 firme”, dice la donna che da un anno denuncia il discorso di questi uomini che definisce “retrogradi, violenti e superati nel 2024”.
Domenica, all’ultimo minuto, TLMEP ha annullato l’invito al co-conduttore del Podcast lucido Joël McGuirk, ricordando che la sua presenza ha causato “molte avversità” e che abbiamo preferito “riequilibrare il campo”.
In reazione, McGuirk si è scagliato sui social network, definendo Anne-Marie Ménard una “marxista”, una “comunista” e dicendo che “il karma è una stronza [le karma est une salope]».
Per il promotore della petizione, che conta ormai 28.000 firme, la questione non era la censura, ma piuttosto la legittimità concessa a questi discorsi.
“È un privilegio avere accesso a piattaforme come Tutti ne parlano. Semplicemente non dovremmo amplificare il discorso perché è un modo per legittimarlo”, spiega, ricordando che queste persone mantengono le proprie piattaforme di espressione.
*Questo testo, generato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, è stato rivisto e validato dal nostro team sulla base di un’intervista realizzata presso QUB.