Con il 19% nel 2023, il Senegal sembra essere il miglior studente della zona UEMOA, molto più avanti dell’elefantessa Costa d’Avorio (14%), secondo il rapporto UEMOA del 2023. Si tratta della quota di ricchezza nazionale assorbita dalla tassazione, sotto forma di prelievi obbligatori.
Le varie politiche fiscali e le riforme attuate negli ultimi anni hanno contribuito notevolmente a questo miglioramento, supportato da un’ampia gamma di prelievi fiscali imposti alle imprese, in un contesto in cui il peso del settore informale è piuttosto pesante.
Questo maggiore sforzo nella mobilitazione delle entrate solleva comunque il velo su un sistema fiscale considerato complesso e “ aggressivo », con le aziende che si ritrovano con ben 53 tasse da gestire tra imposte sul reddito, sugli utili, contributi previdenziali, imposte su beni e servizi, trattenute sulle buste paga, imposte sul patrimonio e imposte sui trasferimenti, oltre ad altre tasse. La media è di 36 tasse nell’Africa sub-sahariana; 25 in Costa d’Avorio; 6 in Marocco…
La transizione necessaria
È vero, il miglioramento delle entrate fiscali dovrebbe contenere il deficit di bilancio e il debito, due criteri (vincolanti) di primo piano nel patto di convergenza. Tuttavia, una riduzione delle dimensioni del settore informale giocherebbe un ruolo nella riscossione delle entrate e nel finanziamento del deficit di bilancio. La transizione dall’economia informale a quella formale dovrebbe quindi rientrare tra le priorità.
Nonostante il suo peso significativo nella produzione e nella creazione di valore aggiunto, l’economia informale rimane uno dei principali vincoli alla costruzione di una rete di imprese formali e alla modernizzazione dell’economia.
Con un potenziale fiscale stimato a oltre 3.000 miliardi di franchi CFA (DPEE) o a circa il 20% del PIL, un possibile recupero di queste scappatoie fiscali può avere impatti economici significativi sulla crescita dell’attività, sulla domanda di consumi finali, sugli investimenti privati, tra gli altri. .
La strategia potrebbe comportare una riduzione dell’aliquota fiscale applicata agli utili aziendali, con il vantaggio di eliminare l’economia sommersa, a patto di cancellare lo svantaggio dei significativi deficit di bilancio e commerciali che ciò comporterebbe.
Ricordiamo che l’adozione nel 2015 della Legge Aggiuntiva n. 01/2015/CCEG/UEMOA che stabilisce nuovi criteri di convergenza riducendo il numero da otto (8) a cinque (5) criteri: tre cosiddetti criteri di primo grado e due di secondo grado compreso il tasso di pressione fiscale.
Malick NDAW