Bruno Retailleau propone alcune vie di riforma per combattere il traffico di droga

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Bruno Retailleau, ministro degli Interni, a Rennes, il 1° novembre 2024. DAMIEN MEYER/AFP

Un morto e quattro feriti a Poitiers il 31 ottobre, tre nuove vittime nella regione di Valence i due giorni successivi, un bambino di 5 anni gravemente ferito alla testa da colpi di arma da fuoco a Rennes una settimana prima. La cronaca delle sparatorie legate alla droga sembra non finire mai. Venerdì 8 novembre è a Marsiglia, epicentro nazionale del traffico di droga, che devono recarsi i ministri dell'Interno e della Giustizia. Bruno Retailleau e Didier Migaud dettagliano le loro dichiarazioni, in parte rivelate in un'intervista rilasciata a Giornale della domenica dal signor Retailleau, mercoledì 6 novembre.

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Il ministro dell'Interno spiega di voler intensificare il lavoro investigativo creando «task force» mobilitare diversi servizi statali e “per rilasciare (…) Controlli a 360° » che potrebbe portare a “Chiudere le imprese, controllare i flussi finanziari, controllare anche i permessi di soggiorno”. L'idea: “Lottare contro l’ecosistema dei trafficanti”ha insistito Bruno Retailleau. Il problema: questo volontarismo non è tutto, in un settore in cui i poteri successivi, per circa vent'anni, si sono esauriti nella creazione di nuovi metodi e presunte nuove strategie, prosperando, fino a raggiungere una capacità di disturbo senza dubbio mai eguagliata, l'onnipresente traffico di droga.

Il signor Retailleau ribadisce che aumenterà i suoi sforzi nella lotta contro questo fenomeno « narcoracacailles ». Ma, associato all’immagine del giovane ozioso dei quartieri periferici, il termine appare obsoleto, e difficilmente può spiegare una situazione che ha visto i trafficanti di maggior successo stringere alleanze internazionali, giocare con le frontiere, riciclare i propri guadagni grazie alla assistenza di esperti finanziari di alto livello, ottimizzare i loro traffici illegali riorganizzando costantemente i loro flussi logistici. Criminali caratterizzati da “Inventiva e agilità non comuni, capacità di adattarsi alla repressione, di diversificare le proprie modalità di azione”secondo il rapporto presentato a maggio dalla commissione d'inchiesta del Senato.

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All’interno della polizia, lo scoppio della violenza delle ultime settimane ha rinvigorito il dibattito sul vasto movimento di riorganizzazione dell’istituzione entrato in vigore il 1È Gennaio 2024. D'ora in poi, in ogni dipartimento, un unico agente di polizia comanderà tutti i servizi di polizia: polizia giudiziaria (PJ), intelligence territoriale, pubblica sicurezza. Tra questi, gli investigatori specializzati del PJ sono confluiti con i loro colleghi responsabili di piccola criminalità in un unico “settore giudiziario”.

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