Lisbeth Koutchoumoff Arman
Pubblicato l’8 novembre 2024 alle 05:32. / Modificato l’8 novembre 2024 alle 05:33.
Olimpia De Girolamo è nata a Napoli e vive in Svizzera, in Ticino, dove insegna teatro e italiano e co-dirige il teatro Agorà di Magliaso. Questa è la sua notizia Il primo scalino (Premio OpenNet delle Giornate Letterarie di Soletta) che è all’origine di Tutto ciò che siamo statiil suo primo romanzo, tradotto dall’italiano da Lucie Tardin e pubblicato da La Veilleuse. La copertina del libro, disegnata da Caroline Vitelli, una scala a volute barocche che sembra beccheggiare e girare su se stessa, traduce superbamente uno dei toni forti dell’opera: la vertigine. Quella che Anna, la narratrice, prova tornando a Napoli, la città della sua infanzia e adolescenza da cui è fuggita vent’anni prima.
È stato sulle scale del palazzo in cui è cresciuta che Anna, da bambina, raccoglieva le confidenze di Ada, la sua vicina di casa 16enne, le cui curve alimentavano i pettegolezzi di quartiere. Ada aveva una relazione con un uomo sposato, Giovanni, il fruttivendolo. Il romanzo inizia con la tragedia che colpisce la giovane, portata alla vergogna e alla disperazione, una volta scoperta la sua passione segreta. La piccola Anna sente cadere il corpo di Ada nel cortile del palazzo: “Anch’io quel pomeriggio stavo un po’ morendo”.
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