Uscite al cinema: “Borgo”, “Bad Boys”, “The Little Mop”

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“Borgo”, “Bad Boys: Ride or Die”: quali film vedere questa settimana?

Pubblicato oggi alle 10:07

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“Borgo”

La prigione vista dall’interno e attraverso gli occhi di una donna. Questa donna è Melissa, che si è appena trasferita in Corsica con il marito e i figli e che sta entrando in un centro penitenziario per esercitare il suo lavoro di guardia esperta. Siamo in Corsica, trova un detenuto che già conosce un po’, e tutto sembra andare per il meglio. Solo che il giorno in cui accetta un piccolo servizio per quest’ultimo appena uscito, inizia una spirale insidiosa.

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La complessità del personaggio di Melissa, che porta letteralmente il film sulle sue fragili spalle, è come uno scenario in cui nulla è completamente bianco o nero. La verità di un ambiente, i suoi codici, i temi del potere, della protezione e dell’onore si intrecciano in un delizioso gioco in cui vengono presentati dilemmi, ambiguità e altre questioni morali. Realistico e stilisticamente vicino a un genere di thriller caro al cinema francese, “Borgo” (questo titolo designa il nome della prigione del film) permette a Stéphane Demoustier, di cui abbiamo molto amato “La ragazza col braccialetto”, di esplorare un nuovo aspetto di una società dominata dalla corruzione. Nel ruolo di Melissa, Hafsia Herzi è perfetta, come sempre.

Nota: ***

•= odioso, °= a tuo rischio e pericolo, *= buono, **= interessante, ***= eccellente, ****= capolavoro

“Cattivi ragazzi: cavalca o muori”

Will Smith e Martin Lawrence.

Quarta parte di un franchise la cui utilità non è immediatamente evidente, “Bad Boys: Ride or Die” si concentra ancora una volta sui suoi due eroi, interpretati da Martin Lawrence e Will Smith, qui lanciati in un’indagine sui mafiosi rumeni durante la quale si ritroveranno intrappolato e braccato. Esplosioni, acrobazie, sparatorie e altri scoppi di violenza si susseguono, monotoni e senza sfumature. Finiamo per chiederci perché, in ciascuno di questi blockbuster destinati ad attirare un pubblico più o meno stabilito in anticipo, si presta così poca attenzione al packaging e alla sceneggiatura.

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Tutto questo è purtroppo concordato, né fatto né da fare, con una conformità prossima al nulla. Ai comandi di questa macchina mal pilotata, lo stesso tandem che aveva prodotto “Bad Boys for Life”, Adil El Arbi e Bilall Fallah, due registi olandesi di origine marocchina. E alla produzione, lo specialista del genere, Jerry Bruckheimer.

Nota: °

•= odioso, °= a tuo rischio e pericolo, *= buono, **= interessante, ***= eccellente, ****= capolavoro

“Paolina a grandezza naturale”

Déborah François in un mondo di uomini.

Presentata al Festival del cinema di Soletta in gennaio, questa coproduzione svizzera, primo film del losannese Nadège di Benoit Luthy, trasmette il fascino della sua eroina, Pauline, interpretata da una Déborah François accattivante e carismatica. È la storia di una donna in un mondo di uomini, l’affermazione di un’identità in un contesto sfavorevole (per dirla semplicemente, la gestione di un cantiere edile). Allo stesso tempo, “Paoline a grandezza naturale” nega qualsiasi affermazione. L’individuo, e quindi la sua protagonista femminile, ha la precedenza in un mondo che si costruisce con gli altri e non contro di loro.

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Da qui una generosità di ogni inquadratura che apprezzeremo, anche se la messa in scena rimane molto standard, in un’epoca in cui tutti passano il loro tempo opporsi al resto del mondo. E poi c’è la piacevole sorpresa, anche se in un piccolo ruolo, di ritrovare sul grande schermo l’attore Baptiste Gilliéron. PGA

Nota: **

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“La bellezza di Gaza”

Uno stile sincopato che piace al cineasta.

Nel suo film precedente, “M”, uno dei momenti salienti di Locarno nel 2018, Yolande Zauberman ha ricordato un incontro con una donna che le aveva raccontato di aver lasciato Gaza a piedi per andare a vivere la sua transizione a Tel Aviv. Questo è dunque il soggetto di “The Beauty of Gaza”, un’immersione tra le donne trans della città e una serie di ritratti dipinti dal regista, che segretamente spera di trovare quella all’origine di questo aneddoto. Come sempre nel cineasta, è girato il più vicino possibile ai corpi e ai volti, in una sorta di balletto notturno sincopato dove si scontrano destini simili, spesso tragici.

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Le testimonianze sono dirette, ma il tema della ricerca dell’identità non è affrontato in modo così diretto come si potrebbe pensare. Descrivendo la spirale della prostituzione, dello stupro e del sesso, che si aggiunge ai temi dell’esclusione che generalmente colpiscono il mondo trans, Zauberman fornisce una prospettiva unica. In ogni caso, il suo film è attuale. Lampi di grazia attraversano un documentario a volte confuso.

Nota: **

•= odioso, °= a tuo rischio e pericolo, *= buono, **= interessante, ***= eccellente, ****= capolavoro

“La piccola scopa”

“La piccola scopa”

Sembra che tu non lo stia toccando. Un film che si prende il suo tempo, naviga con la corrente, diverte con i sentimenti, si avvicina alla favola o al racconto. C’è qualcosa di assurdo nel pregiudizio. Un investitore vuole sedurre una donna e non sa come farlo. Un gruppo di amici gli propone di organizzare una finta crociera romantica affinché lui possa raggiungere i suoi obiettivi. L’unica cosa che non avevano previsto è che la donna da sedurre fa parte della loro piccola banda. Il triangolo amoroso è divertente, si resta, è vero, alla superficie delle cose in un film come i suoi personaggi, cioè per niente complicato.

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In questo scherzo in cui marito geloso, moglie divertita, amante ridicolo e falsa troupe si incontrano, Bruno Podalydès tira le fila con una distanza divertente, nemmeno ironico, al centro di una storia dove tutto ciò che accade sembra casuale dove tutto dovrebbe essere controllato. Contro mode e tendenze, questa “Piccola Vadrouille” fa risorgere anche una Francia ormai superata, con le sue tradizioni popolari, i suoi canali sconosciuti, le sue fughe altrove e un inaspettato divario con i giovani. Fresco e piacevole.

Nota: **

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Pasquale Gavillet è giornalista nella sezione culturale dal 1992. Si occupa principalmente di cinema, ma scrive anche di altri settori. Soprattutto la scienza. In quanto tale, è anche un matematico.Più informazioni @PascalGavillet

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