Applauso finale per Fret SNCF

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La struttura unica della filiale del trasporto merci della SNCF sarà sostituita da una doppia entità.

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Pubblicato il 05/11/2024 08:02

Tempo di lettura: 2 minuti

type="image/avif">>Un treno merci circolante in Occitania nel 2022 (foto illustrativa). (GUILLAUME BONNEFONT / MAXPPP)>>
Un treno merci che circola in Occitania nel 2022 (foto illustrativa). (GUILLAUME BONNEFONT / MAXPPP)

Verranno create due nuove società distinte: Hexafret che si occuperà del trasporto merci, e Technis che si occuperà della manutenzione delle locomotive. È il culmine di due anni di crisi all'interno dell'azienda pubblica che è stata oggetto di una procedura da parte della Commissione Europea. Bruxelles ha infatti criticato lo Stato francese per aver versato tra il 2005 e il 2019 alla Fret SNCF aiuti ritenuti illegali per ripianare il suo deficit, per un importo di circa 5 miliardi di euro.

L’attività ferroviaria merci – il trasporto di merci tramite treno – è aperta alla concorrenza dal 2006 e gli eventuali aiuti devono andare a beneficio di tutti gli operatori del settore, compresi quelli europei. Bruxelles è stata intransigente su questo punto e la SNCF ha dovuto adeguarsi. Per evitare contenziosi, rischiando di perdere, Parigi ha optato per un'altra strada.

Il governo ha negoziato quello che in termini legali è noto come un “piano di discontinuità”. Valutazione in due fasi: 1/ La SNCF ha dovuto abbandonare 23 flussi di merci più redditizi (abbandono alla concorrenza belga e tedesca in particolare), pari al 20% del suo fatturato. 2/ Obbligo di separare l'attività in due società, quindi una per il trasporto delle merci (Hexafret), l'altra per la manutenzione delle macchine (Technis).

Parliamo di una riduzione del personale del 10%, ovvero di circa 500 persone. I restanti 4.500 dipendenti di Fret SNCF saranno distribuiti tra le due nuove società. Il loro status di ferrovieri non sarà influenzato, poiché la SNCF coprirà i costi aggiuntivi dei loro piani pensionistici specifici. Valutazione di questo costo aggiuntivo solo per il 2025: 20 milioni di euro. Nonostante queste garanzie fornite dal governo, i sindacati chiedono la ripresa delle trattative con Bruxelles, che evidentemente sembrano sforzi inutili.


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