L’Assemblea nazionale ha approvato lunedì 4 novembre, con i voti della sinistra, una versione profondamente rivista della parte “entrate” del bilancio della Previdenza sociale 2025, contro l’opposizione dei deputati macronisti e di destra che hanno votato contro. Il testo modificato, che prevede tra i 17 e i 20 miliardi di contributi aggiuntivi secondo i deputati, è stato approvato con 126 voti favorevoli « versare » e 98 ” contro “. L'Assemblea potrà così iniziare in serata l'esame della parte “spese” del testo.
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Aumentando notevolmente i contributi sui redditi da capitale o sui dividendi, la sinistra lo ha fatto “rilasciato in modo ragionevole (…) un livello di finanziamento per la protezione sociale e la sicurezza sociale commisurato ai bisogni”ha accolto con favore il socialista Jérôme Guedj.
Gli eletti di “base” il governo ha criticato un testo “svuotato di significato e di ogni serietà, politica e di bilancio”come sintetizzato da François Gernigon (Horizons). “Avete creato tasse e oneri per quasi 17 miliardi”ha lamentato Thibault Bazin (LR) rivolgendosi agli eletti del Nuovo Fronte Popolare (NFP). “E lì le vittime non sono i ricchi, sono i ceti medi lavoratori”ha detto, criticando un testo che “non somiglia più a niente”.
Tacito sostegno del RN
“La debacle è completa per il governo! Abbiamo trasformato la parte delle entrate del bilancio della previdenza sociale al servizio della ridistribuzione e della condivisione della ricchezza”ha salutato il X la deputata della LFI Clémence Guetté, che ha presieduto la sessione. “C’è una maggioranza per governare sulla base del programma del Nuovo Fronte Popolare”si è rallegrato il suo collega del Nord, Aurélien Le Coq.
Per ottenere questo voto favorevole, il Nuovo Fronte Popolare ha dovuto contare sull'astensione del Raggruppamento Nazionale. Ha denunciato anche la Rn, che aveva criticato il testo iniziale del governo “la follia fiscale imposta dalla sinistra”. Ma ha scelto di astenersi per non chiudere prematuramente il dibattito con la bocciatura del partito “ricette” avrebbe infatti portato a quella dell’intero testo.
Questo tacito sostegno alla RN ha permesso in particolare alla sinistra di ottenere, poco prima, una vittoria simbolica sulla riforma delle pensioni, con l’adozione di emendamenti contrari alla riforma.
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Questi emendamenti socialisti, ribelli e comunisti, adottati con 178 voti favorevoli e 76 contrari, modificano un allegato al testo, abrogando l'aumento dell'età pensionabile legale da 62 a 64 anni. “Puntiamo sul simbolo, voteremo questo emendamento”ha annunciato il deputato della RN Matthias Renault. Il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin ha invitato il PS a non affondare “nella demagogia attraverso questo emendamento”. “Invece, sosteniamo coloro che sono responsabili in questa materia riducendo i nostri deficit pubblici”ha detto.
“Oggi è un primo passo simbolico”ha sottolineato il deputato della LFI Manuel Bompard, incontrando i deputati il 28 novembre, per l'esame di una proposta di legge della LFI che propone anche di abrogare la riforma, che avrà qualche possibilità di passare.