Non si può parlare della Saint-Gall – Sion di questo primo sabato sera (20,30) di novembre senza fare riferimento a quanto accaduto sei giorni prima al Tourbillon tra le stesse due squadre. In altre parole, l’incontro del Kybunpark verrebbe affrontato in modo molto diverso se non fosse stato per quello che nessuno ha dimenticato. Cioè questo finale burrascoso segnato dai quattro cartellini rossi distribuiti da Nico Gianforte rispettivamente ai MM. Fayulu, Geubbels, il direttore sportivo Constantin e Bertrand, l’assistente di Tholot, tutti squalificati o interdetti dalla panchina nelle ultime due partite.
C’è molta frustrazione latente e rabbia nascosta, pronta a esplodere durante riunioni che si possono immaginare ribollenti.
Ma sarebbe sbagliato e soprattutto pericolosamente riduttivo vedere in questa spiegazione solo una guerra di bottoni nel cortile di una scuola. Sia la situazione sportiva dell’FC Sion, a forza di fallire, sta diventando davvero preoccupante, come dimostrano sia le cifre (nessuna vittoria dal 10 agosto, serie negativa di 8 partite/4 punti, ecc.) che la povertà dei contenuti. .
Perché privato domenica scorsa di un successo che gli sarebbe sicuramente tornato senza il magistrale e tardivo capolavoro di Yannick (84esimo, 2-2), il neopromosso cadrebbe molto più in basso in settimana perdendo la sua invincibilità in casa e facendosi piacevolmente umiliare dell’FC Zurigo tanto giocosi quanto vendicativi.
Povertà di contenuti
Più che la sconfitta in sé, sono le circostanze che hanno portato a questo nuovo intoppo a preoccupare. Perché il Sion non sembrava proprio la squadra che doveva essere per esistere, e soprattutto per sperare di gareggiare con i suoi avversari. Per quanto Zurigo seducesse, il suo ospite non mostrava altro che i suoi limiti.
All’assenza di gioco si sarebbe aggiunta l’assenza totale di carattere, forse la cosa peggiore perché non corrisponde affatto allo stato d’animo vallesano così spesso proposto. L’euforia della promozione sembra essere definitivamente scomparsa, lasciando il posto alla dura realtà di una squadra incapace di violenza e che ostenta una parvenza di rivolta.
Dallo stesso Didier Tholot, come stordito da ciò che ha visto davanti ai suoi occhi (o non ha visto, dipende), fino all’ultimo sostituto, non c’è stato nessuno a salvare la casa dagli zurighesi che tuttavia tre giorni prima erano stati sculacciati da Servetta. Numa Lavanchy non ha sbagliato ad ammettere la sua grande perplessità davanti ai microfoni di Rhône FM. “Nessuno si è preso la responsabilità (…) Con 13 punti sul cronometro non andiamo da nessuna parte!” Di questo passo la neopromossa non fa altro che “rovinare” la bella immagine di un inizio di stagione incantevole ormai così lontano.
L’età del capitano
Questo è ciò a cui si riduce oggi il club vallesano, bloccato di fronte al suo destino e che non sa davvero come uscirne. Per l’FC Sion, però, poter giocare di nuovo così velocemente deve essere considerata una benedizione da cogliere. A patto che vengano apportate le opportune correzioni.
Ciò riguarda soprattutto l’atteggiamento ma potrebbe riguardare anche i nomi degli undici titolari schierati questa sera alle 20.30. Sembrano addirittura necessari diversi cambiamenti. Con le sue qualità e ciò che ci si aspetta da lui, Anton Miranchuk, presentato come il grande numero 10 che ancora mancava al Tourbillon quando arrivò in Vallese, merita senza dubbio qualcosa di diverso da un ruolo in soprannumero.
Gora Diouf, insediatosi a inizio stagione quando il neopromosso ancora vinceva, avrà finalmente un’altra chance? Reto Ziegler ha sicuramente dato molto all’FC Sion durante tutte le sue ultime stagioni, ma a quasi 39 anni la sua mancanza di velocità comincia a farsi sentire. Ciò non significa che lo storico capitano non possa ancora fornire servizi preziosi, ma magari in un altro ruolo.
Rimescolare le carte nella speranza di trovare qualche asset vincente nella partita, questo deve aver sicuramente guidato Didier Tholot nel (ri)disegnare la squadra che intende schierare tra poche ore all’altro capo del Paese. Se alcuni cambiamenti sono naturalmente necessari visto l’elenco degli elementi sospesi (Fayulu, Bouchlarhem) e altri elementi indisponibili (Bua, Moulin, Sow?), altri saranno forse spinti dalla necessità di far scattare il grilletto essenziale. Dato che Sion non può permettersi di riprodurre ciò che ha già mostrato troppe volte da tempo, questo deve davvero passare per la mente del suo allenatore.
Per quale risultato? Tutte le opzioni sono ancora aperte.