Colpito alla testa la sera di giovedì 31 ottobre da un killer ancora in fuga, un adolescente di 15 anni è tra la vita e la morte. Ma contrariamente a quanto affermato dal ministro dell’Interno, dopo gli spari non si è verificata alcuna “rissa” tra “diverse centinaia di persone”.
Un adolescente di 15 anni tra la vita e la morte e altri quattro minorenni feriti. La sera di giovedì 31 ottobre, a Poitiers (Vienna), un aggressore ha aperto il fuoco sulla terrazza del ristorante Otentik. È qui che sedevano le vittime, Place de Coimbra, nel quartiere di Couronneries. Secondo i primi elementi dell’indagine comunicati venerdì da Cyril Lacombe, pubblico ministero di Poitiers, il minore ferito più gravemente è stato colpito alla testa. Un secondo è stato colpito alla caviglia sinistra e un terzo al braccio destro. Gli altri due sono stati colpiti meno gravemente.
Nei minuti successivi agli spari si è formata nelle vicinanze una folla di diverse decine di persone. Poco dopo le 23, i vigili del fuoco intervenuti hanno trasmesso l’informazione. “Hanno indicato che nella piazza erano presenti 400 persone e che temevano traboccamenti”, indica a Liberazione una fonte presso la prefettura. La scena della sparatoria si trova vicino a diverse attività commerciali e numerose case. Quando la polizia nazionale è arrivata per fermare la scena del crimine, una sessantina di persone hanno interrogato gli agenti e hanno cercato di avvicinarsi alla scena, secondo il racconto di Cyril Lacombe. “Questa folla ha mostrato una certa veemenza nelle sue richieste; per mantenere il ghiaccio nei locali e procedere con calma ai primi accertamenti, le forze di sicurezza interne sono state costrette a utilizzare tre lacrimogeni per respingere l’ardore di questi astanti. Lo precisa il pubblico ministero “che non è stato commesso alcun danno, né ad aziende né a veicoli parcheggiati, compresi quelli delle forze dell’ordine.”
Undici bossoli trovati sulla scena del crimine
Sempre secondo il racconto del procuratore, tra le sessanta persone presenti è cresciuta la tensione, perché tre di loro erano state designate come suscettibili di avere informazioni sull’identità dell’autore dell’attentato. Estratti dagli agenti, vengono condotti nei locali della polizia giudiziaria per l’interrogatorio. Sulla scena del crimine sono stati rinvenuti undici bossoli; sarebbero stati sparati da un’arma semiautomatica calibro 22 long rifle. Una perquisizione, effettuata venerdì mattina, ha rinvenuto munizioni dello stesso tipo e parti di un’arma smontata.
Al termine di queste prime indagini, gli investigatori hanno individuato un indagato che, venerdì sera, non era stato arrestato. Quest’uomo “si sarebbe occupato dello spaccio di stupefacenti nel settore delle Couronneries nei giorni precedenti”, aggiunge Cyril Lacombe, senza specificare se esiste un legame formale con l’inchiesta sui tentati omicidi. “È un quartiere relativamente tranquillo, segnato dalle rivolte del giugno 2023 e dal traffico di droga, ma non siamo in una situazione paragonabile a quella delle grandi città”, stima Jean-Marie Girier, prefetto di Vienne, affiancato Liberazione.
Offensiva della comunicazione
I primi elementi forniti dal pubblico ministero di Poitiers contraddicono quindi la versione del ministro degli Interni, Bruno Retailleau. Su BFM, quest’ultimo ha parlato venerdì mattina di a “tiro” chi era “terminata con una rissa tra bande rivali che ha coinvolto diverse centinaia di persone, mi dicono dalle 400 alle 600 persone”. Rilanciato dal giornalista dell’informazione continua, il ministro dell’Interno assicura addirittura che durante questa rissa, “tutti i tipi di armi” era stato utilizzato.
L’offensiva comunicativa di Bruno Retailleau, che ha citato anche questo venerdì a “punto critico” nel traffico di droga e «messicanizzazione» di Francia, fa seguito ai diversi regolamenti di conti avvenuti negli ultimi giorni. La sera stessa del 31 ottobre, a Valence (Drôme), anche un uomo sui vent’anni è stato colpito alla testa, davanti a una discoteca. Era un venerdì tra la vita e la morte. Questi fatti sono legati anche al traffico di droga, secondo una fonte della polizia citata dall’AFP. La settimana scorsa, a Pacé, vicino a Rennes (Ille-et-Vilaine), un bambino di 5 anni è stato nuovamente ferito da un proiettile alla testa. Questo ragazzo era nell’auto di suo padre, che stava cercando di fuggire dagli spacciatori.
Aggiornato il 1 novembre alle 19:45 con gli ultimi elementi dell’indagine e le dichiarazioni della Procura.