Ginevra: pugnalato 28 volte davanti al figlio a Montbrillant

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Giustizia di Ginevra

Accoltellato 28 volte davanti al figlio: il racconto del dramma di Montbrillant

L’estate scorsa, la polizia ha arrestato il sospetto. Recentemente è stato interrogato, così come il figlio della vittima. Rivelazioni su questo straordinario dramma.

Pubblicato oggi alle 5:05

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In breve:
  • Un uomo è stato ucciso il 21 luglio a Ginevra.
  • Il figlio traumatizzato ha assistito alla scena violenta e scioccante.
  • Si dice che l’imputato soffra di disturbi mentali dovuti alla schizofrenia.

Quest’estate, la magistratura ha comunicato brevemente la morte di un uomo accoltellato a morte nella sua casa di Montbrillant. La “Tribune de Genève” rivela oggi le circostanze particolari di questa tragedia, avvenuta il 21 luglio nel primo pomeriggio, dietro la stazione Cornavin.

Secondo le nostre informazioni, la vittima, un padre di 66 anni, ha ricevuto 28 coltellate davanti al figlio ormai traumatizzato. Quest’ultimo, studente di Ginevra, è stato interrogato il mese scorso dagli investigatori. Il pubblico ministero Viviane Schenker ha interrogato l’assassino all’inizio di ottobre. Si tratta di un uomo che viveva con il defunto e la sua famiglia da dieci anni.

Uno strano sguardo vuoto

Nato nel 1976, l’imputato lavora da anni come assistente paesaggista nel cantone. Quando arriva in questa casa, dà subito una mano con le pulizie e finisce anche per pagare la sua parte di affitto. Apprezza questa coppia accogliente. Anche la corrente scorre bene con il filo.

Nel 2022 i coniugi si separano. Qualche tempo prima della tragedia, l’imputato, che consumava cannabis, stava attraversando un brutto momento. Soffre di seri problemi di sonno. Il padre, dal canto suo, non apprezza il “fumo” nell’appartamento.

Nel giorno della tragedia, il figlio, di ritorno da un viaggio, incontra lo sguardo vuoto dell’uomo che considera suo zio. Un uomo colto, manuale e tranquillo, dice. Ma quel giorno, il coinquilino appare stranamente diverso. All’improvviso grida e afferma che c’è un rapimento da parte dei vicini.

Un coltello da caccia

Padre e figlio cercano di rassicurarlo e lo invitano a tornare nella sua stanza per calmarsi. Pochi minuti dopo, l’imputato, armato di coltello da caccia, si dirige verso il patriarca. Molto agitato, l’uomo ha finito per pugnalarlo. Il figlio va a chiudersi nella sua stanza e allerta la polizia come richiesto dalla vittima prima di morire.

Terrorizzato, il figlio blocca la porta con una sedia e grida aiuto con tutte le sue forze. Il criminale tenta di entrare in questa stanza appoggiandosi alla porta che non è chiusa a chiave. Il giovane si prepara addirittura a lanciarsi dalla finestra dell’appartamento situato al primo piano. Ma prima arriva la polizia e arresta l’assassino.

Nel corso dell’udienza l’imputato non ricorda di aver visto lo studente il giorno dell’accaduto e tanto meno di aver ucciso la vittima. Ripete che in quel momento sentiva delle voci e dormiva poco. In stato confusionale, il coinquilino accenna ad una discussione e ad un rapimento alle 3e pavimento.

Competenza

Qual è il movente di questo omicidio? L’imputato ha avuto un brutto viaggio con la droga consumata? Ha avuto un esaurimento psicotico? Una perizia dovrebbe poter gettare nuova luce sulle condizioni dell’assassino e su questa terribile vicenda in generale.

L’avvocato dell’imputato, Me Dina Bazarbachi reagisce alle nostre rivelazioni: “Il mio preside è probabilmente schizofrenico, visto che ha frequentato la Belle Idée. Non aveva né la coscienza né la volontà di uccidere un amico.

Rappresentanti del figlio del defunto, Mes Laura Santonino e Camille Villa concludono: “Assolutamente nulla nel comportamento della vittima spiega l’azione dell’imputato e l’ondata di violenza da lui dimostrata”.

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Fedele Mendicino è giornalista nella sezione di Ginevra dal 2002. Si occupa in particolare di cronaca e di cronaca giuridica. Maggiori informazioni @MendicinoF

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