Risparmio previdenziale: il funzionamento del PER sta per essere riformato?

Risparmio previdenziale: il funzionamento del PER sta per essere riformato?
Risparmio previdenziale: il funzionamento del PER sta per essere riformato?
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(Foto dei crediti: © wir_sind_klein – Pixabay)

Rendere il Piano di risparmio previdenziale più attraente per le famiglie a basso reddito ed eliminare una scappatoia fiscale: queste le due linee principali seguite dalla Commissione Finanze nel suo rapporto sul PER.

Grazie alla legge Pacte, il risparmio previdenziale è stato semplificato e democratizzato. Risultato: tra il 2022 e il 2024 l’importo residuo dei piani di previdenza (PER) è aumentato del 64%. Tuttavia, il successo di questo investimento rimane significativamente inferiore a quello delle assicurazioni sulla vita, che accumulavano 1.800 miliardi di euro di attivi alla fine del 2022, rispetto ai 102,8 miliardi del risparmio previdenziale. Per consentire una maggiore crescita del PER, la Commissione Finanze dell’Assemblea Nazionale sta valutando diverse strade di miglioramento.

Tassazione PER più attraente per le famiglie a basso reddito

Secondo i dati raccolti dall’INSEE, “la quota di dirigenti titolari di un prodotto di risparmio previdenziale ammontava effettivamente al 34% nel 2021, rispetto al 16% in media per tutte le famiglie”. Il risparmio previdenziale è quindi maggiormente utilizzato dalle famiglie più ricche. Al contrario, le famiglie più modeste lo utilizzano meno, e per una buona ragione: il denaro investito in un PER è esentasse prima di essere bloccato fino al pensionamento, ad eccezione di alcuni casi di svincolo anticipato.

La deputata Félicie Gérard, relatrice del rapporto della missione d’inchiesta sulla tassazione del risparmio previdenziale a capitalizzazione, spiega che anche “se questi dati sono incoraggianti, lo sviluppo del risparmio previdenziale in Francia ci sembra insufficiente”. Per incoraggiare i risparmiatori più modesti ad aprire e finanziare il proprio PER, si raccomanda l’allineamento del regime fiscale per i prelievi di rendita.

Più precisamente, ciò comporterebbe la standardizzazione delle aliquote di detrazione CSG tra pagamenti volontari e risparmi dei dipendenti (9,2% CSG) e risparmi obbligatori (soggetti all’imposta sul reddito dopo una riduzione del 10% fino a 4.123 euro nel 2024, ovvero un’aliquota finale compresa tra 0 e 8,3%). “Sono i modesti ad essere penalizzati, non quelli che stanno molto bene e che hanno comunque raggiunto il tetto” riassume Charles de Courson, relatore della Commissione Finanze.

Leggi anche: Risparmio previdenziale: quanti soldi hanno messo i francesi nel PER?

Verso l’eliminazione della scappatoia fiscale per il risparmio previdenziale?

In linea di principio, i versamenti effettuati al PER durante la vita lavorativa e dedotti dal reddito imponibile vengono ripristinati con la liquidazione del contratto al momento del pensionamento. C’è però una falla in questo sistema: in caso di decesso dell’assicurato prima della liquidazione di quest’ultimo, non viene effettuato alcun recupero fiscale. In altre parole: gli eredi non sono tenuti a reintegrare gli importi nella dichiarazione dei redditi.

Il deputato Charles de Courson ritiene che sarebbe necessario “tassare i beneficiari, assoggettando all’imposta sul reddito le somme trasmesse, purché corrispondano a pagamenti dedotti”, il che metterebbe fine ad un vantaggio fiscale in materia di successione. “Al fine di evitare un fenomeno di doppia imposizione”, l’importo dell’imposta sul reddito così versata sarebbe poi deducibile dal patrimonio successorio, ed eviterebbe quindi di dover pagare sia l’imposta sul reddito che quella di successione.

Altre vie di riflessione sono allo studio e potrebbero rivoluzionare il panorama del risparmio previdenziale. Si potrebbe in particolare rendere obbligatoria una scheda informativa standardizzata per informare meglio i risparmiatori sui costi legati al possesso di un PER. Il limite di età per la sottoscrizione potrebbe anche essere fissato a 67 anni, con liquidazione automatica dei PER al compimento dei 70 anni. La direzione generale della Tesoreria sta già valutando questo doppio limite di età.

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