“Manu, puoi scioglierti, noi siamo pronti”: a Nizza, la Marina militare si rinnova al Palais Nikaïa

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“Preferisci Marine o Jordan?” La domanda rimbalza da un angolo all’altro del Palais Nikaïa questa domenica pomeriggio, portata dalle decine di telecamere che muovono i loro obiettivi tra gli spalti. Sulle ultime sedie vuote, le bandiere tricolori dormienti aspettano solo un segnale per svegliarsi e sventolare al ritmo degli applausi.

Gli oratori sputano Contento, Sopravviverò, Celebrazione, Distanziatore… Gli ultimi spettatori, spesso giovanissimi, ritornano ai loro posti salutando in un’atmosfera fiera.

Alle 14 in punto Alexandra Masson apre i festeggiamenti. “Voi siete più di 5.000”infiamma il deputato Riviera, disertore di LR. Richiama le origini transalpine del territorio – “Qui, 160 anni fa, volevamo essere francesi”. Poi affronta la sua ex famiglia politica con un tocco di avidità – “Nel 2007 Sarkozy ci ha promesso Karcher e noi abbiamo ottenuto Kouchner”.

Il boss della federazione RN Maralpine introduce due tavole rotonde su giustizia sociale, precarietà e immigrazione, alle quali gli attivisti prestano cortese attenzione.

“Oh Marine, ti amo!”

Foto Dylan Meiffret.

Alla fine appare Marine Le Pen. Attraversa lo spazio sotto una tempesta di decibel. E la stanza esplode.

“Se sapessi quanta forza immensa trasudi, attacca il boss dei deputati frontisti. Sento particolarmente questa forza qui a Nizza. Nizza è il punto di partenza della grande unione nazionale che noi auspichiamo. La prossima campagna inizia qui, con te!”

Come farà anche Jordan Bardella, blandisce il suo nuovo alleato della Riviera. “Il coraggio politico è raro, comincia. Éric Ciotti ha innegabilmente saputo dimostrarlo. IL [séisme] politica da essa determinata è tutt’altro che aneddotica: si tratta di un evento importante nella ricomposizione che si sta delineando dietro assetti mediocri. Sarà, domani, la condizione della vittoria.”

Una voce tuona nel silenzio: “Oh Marine, ti amo!” La figlia di Jean-Marie Le Pen sorride e continua: “Con [ce gouvernement], la sicurezza dei francesi è in guardia alternata. Nella settimana A, è affidato al ministro dell’Interno Bruno Retailleau poi, nella settimana B, al ministro della Giustizia Didier Migaud, la quintessenza della sinistra candida.”

“Quelli che hanno rovinato la Francia”

Foto Dylan Meiffret.

Lei indica “una grande divergenza” con l’ospite di Place Beauvau, che si è dichiarato dentro Il diario della domenica che lo Stato di diritto non lo è “non immateriale, né sacro”.Non è lo Stato di diritto in quanto tale ad essere contestato, bensì il contrario. dice. Ne siamo i garanti. Ciò che è discutibile è il modo in cui hanno ribaltato questa nozione per farne uno strumento di sottomissione del popolo, che non avrebbe più la libertà democratica di sviluppare la legge. Non lo accetteremo mai!”

Marine Le Pen gratta ancora “coloro che hanno rovinato la Francia e hanno mentito ai francesi”denuncia a lungo la politica migratoria “rilassato”poi cede la parola a Giordano Bardella.

“La nostra vittoria è stata solo ritardata”

Il presidente del Raggruppamento Nazionale, curiosamente, riprende quasi tema dopo tema l’intervento della sua madrina politica. Si distingue, tuttavia, per la virulenza del suo attacco contro “l’estrema sinistra”.

“Hanno fatto dell’antisemitismo un argomento elettorale, ringhia. Un anno fa, Israele ha vissuto sia l’11 settembre che la sua Bataclan. Jean-Luc Mélenchon ha invitato gli studenti francesi a esporre gli standard palestinesi davanti alle facoltà. Non daremo loro nulla. Noi siamo l’unico baluardo contro i nemici della Repubblica!”

Foto Dylan Meiffret.

“La nostra vittoria non è stata annullata, è stata solo rinviata, insiste. Conosco la tua impazienza; Condivido il tuo senso di urgenza di fronte a questo triste spettacolo. I momenti della verità non sono lontani. Stiamo preparando il grande cambiamento, incarniamo la speranza. Ho bisogno di te, del tuo fervore, della tua determinazione!”

Il Palazzo Nikaïa è in piedi. “Siate francesi più che mai, fieri di essere francesi, grida. Fino alla vittoria!”

Marine Le Pen lo raggiunge sul palco, lo bacia con un’ovazione. Tra il pubblico, un adolescente alza i pugni e grida al capo dello Stato: “Manu, puoi scioglierti quando vuoi. Siamo pronti!

Foto Dylan Meiffret.

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