La riforma del Piano di sviluppo territoriale (SDT) è stata approvata giovedì dal governo vallone.
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Giornalista presso il centro Powers
Di Stéphane Vande VeldePubblicato il 25/04/2024 alle 12:16
Tempo di lettura: 2 minuti
VSSi è trattato dell’ultimo grande progetto della legislatura e si è dovuto attendere l’ultimo governo vallone per l’adozione definitiva del Piano di Sviluppo Territoriale (SDT), guidato dal Ministro della Pianificazione Regionale, Willy Borsus. Lo ricordiamo, in seguito alle alluvioni, i liberali avevano portato avanti due riforme, quella del CoDT (Codice di sviluppo territoriale), già approvato ed entrato in vigore il 1ehm aprile, e quello dell’SDT, che non veniva aggiornato da 25 anni. Quando è stata presentata lo scorso anno, questa riforma ha sollevato numerose critiche da parte dei Comuni, sia sui tempi – avevano solo poche settimane per digerire le 272 pagine, in un periodo estivo in cui era complicato riunire i collegi comunali, – sia sul nonché sullo scopo (i comuni rurali hanno avuto grandi difficoltà a definire un’unica zona centrale, alcuni anche temendo di snaturare il loro carattere patrimoniale con la costruzione di condomini).
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