Una vittoria storica, ma con una forte punta di amarezza. Di fronte ai suoi sostenitori riuniti in una brasserie nel campus dell’Università di Vienna, Herbert Kickl, leader del Partito della Libertà austriaco (FPÖ, estrema destra) ha festeggiato, domenica 29 settembre, “un pezzo di storia” dopo il suo punteggio senza precedenti alle elezioni legislative, ma riconoscendo che ciò potrebbe essere senza futuro di fronte agli avversari “che si comportano come se le elezioni non avessero avuto luogo” mantenendo il loro rifiuto di formare una coalizione con lui.
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“Dò loro due o tre giorni per pensare. Speriamo che tornino in sé. Sarebbe anche nel loro interesse”ha lanciato alla folla il leader radicalissimo dell’FPÖ con questo tono minaccioso di cui possiede il segreto. Con il 28,8% dei voti, Kickl ha ottenuto il miglior punteggio mai ottenuto dall’estrema destra in Austria dal 1945, scatenando un terremoto politico in questo paese di nove milioni di abitanti. Ma questo ex ministro degli Interni non è affatto sicuro di arrivare al potere, perché tutti gli altri partiti non vogliono allearsi con lui nel Consiglio nazionale, la camera bassa del parlamento austriaco.
Questa vittoria rivela la radicalizzazione di tutta una parte dell’elettorato austriaco in un contesto di inflazione record, elevata immigrazione e crescente scetticismo sull’evoluzione della guerra in Ucraina. Da quando ha assunto la guida del partito nel 2021, Kickl ha fatto sì che l’FPÖ adottasse un discorso profondamente cospiratorio, anti-vax, scettico sul clima e basato sull’identità. “Il Covid ha giocato un ruolo importante, l’FPÖ è stato l’unico partito contrario al confinamento di massa e alla vaccinazione obbligatoria”saluta Heimo Lepuschitz, comunicatore di feste di lunga data, che domenica sera faceva parte della lista degli invitati.
Un risultato “amaro” per i conservatori
Molto vicino alla linea radicale dell’AfD tedesca, l’FPÖ non soffre più nemmeno di scandali per i suoi legami con il passato nazista, mentre diversi dirigenti del partito sono stati filmati mentre partecipavano a un funerale durante il quale cantavano un inno delle SS, appena due giorni prima delle elezioni. Sostenendo nel suo programma il “remigrazione” estranei e i naturalizzati, “quando attaccano i nostri valori”, e di restituire agli austriaci i loro “omogeneità”Il signor Kickl assicura che conta “fermare tutte le richieste di asilo”.
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Secondo, con solo il 26,3% dei voti, il cancelliere uscente, il conservatore Karl Nehammer, ha riconosciuto che il risultato è stato «amer» stimandolo “il nostro compito è capire perché i radicalizzati hanno preso più voti di noi”. La sua formazione, il Partito popolare austriaco (ÖVP), è scesa di oltre 11 punti rispetto alle elezioni del 2019. Incarnando la tradizionale ala cristiano-democratica del partito, il signor Nehammer, tuttavia, ancora una volta ha escluso un’alleanza con il signor Kickl, che considera “perso nelle teorie del complotto”.
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