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la nicchia fiscale di Pinel, una valutazione postuma mista – Il mio blog

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La Corte dei Conti ha appena pubblicato una relazione di valutazione sulla riduzione delle imposte per l'investimento locativo Pinel. Pur rammaricandosi della mancanza di dati realmente utilizzabili, evidenzia un obiettivo piuttosto raggiunto per soddisfare la domanda degli inquilini.

Abbiamo saputo che è più virulento. Nella sua ultima relazione di valutazione sull'aiuto fiscale Pinel per gli investimenti locativi, la Corte dei conti nota certamente delle imperfezioni nel sistema di esenzione fiscale. Ma sottolinea comunque il suo contributo alla costruzione di alloggi corrispondenti alle esigenze delle famiglie interessate. Una valutazione che giunge in un momento in cui la nicchia fiscale (leggi la scatola) dovrà terminare il 31 dicembre 2024, 10 anni dopo la sua entrata in vigore nel 2014 (decisione presa sotto il governo di Élisabeth Borne) e che, per il momento, non è previsto alcun sistema sostitutivo, nonostante le ripetute richieste dei promotori.

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Un dispositivo imperfetto

Sulla base delle 244.000 dichiarazioni fiscali elettroniche (non sono state prese in considerazione quelle cartacee), ritenute “inaffidabili, incomplete e scarsamente controllate”, e sottolineando l’assenza di obiettivi precisi definiti in anticipo, la Corte dei conti si rammarica dell’impossibilità di giungere a una valutazione affidabile e precisa del ruolo del sistema nella produzione di alloggi intermedi. Tuttavia, evidenzia “un vero e proprio effetto volume”, con Pinel che ha “ampiamente contribuito all’innesco di transazioni immobiliari che non avrebbero potuto essere concluse, o meno rapidamente, senza questo orientamento del risparmio francese”. Stimandone il costo a 7,3 miliardi di euro nel 2023, la Corte deplora l’impossibilità di poterlo quantificare fino alla fine dei suoi effetti nel 2038.

Viene evidenziato un effetto collaterale perverso: la “dipendenza” degli sviluppatori da meccanismi di incentivazione fiscale per avviare le operazioni. La Corte dei conti deplora anche la zonizzazione non sufficientemente precisa del sistema (inasprita nel tempo nelle aree più tese ed escludendo le singole case dal 2021) e una scarsa consapevolezza tra i funzionari eletti locali in merito alla produzione di alloggi intermedi nei loro territori.

Per saperne di più

Una risposta alle esigenze dei francesi[…]

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