LETTERA DA BEIRUT
Pochi progetti di dighe in Libano sfuggono alle controversie. Situata sul fiume Jaouz nel distretto di Batroun nel nord del paese, la diga di Mseilha non fa eccezione. Mentre 64 milioni di dollari (circa 58 milioni di euro) sono già stati investiti nella costruzione di questa struttura idraulica, iniziata nel 2014, il primo giudice istruttore del Libano settentrionale, Samaranda Nassar, ne ha ordinato la sigillatura nell'agosto 2024.
Durante la sua visita al sito, il magistrato libanese ha trovato la diga inutilizzata, piena di attrezzature edili abbandonate e con solo una guardia e il suo allevamento di polli come occupanti. L'ufficio del procuratore finanziario aveva deferito il caso al giudice Nassar per indagare sui sospetti di appropriazione indebita di fondi pubblici. Progettata per contenere fino a 6 milioni di metri cubi di acqua e rifornire i villaggi della regione, la diga ha avuto problemi di tenuta stagna da quando è stata riempita alla fine del 2019.
Sarà condotta una perizia sulla costruzione, mentre diversi appaltatori che hanno lavorato sul sito sono stati perseguiti. La cifra di 10 milioni di dollari è stata avanzata come sufficiente per realizzare i lavori di impermeabilizzazione richiesti. Questo sarebbe uno spreco aggiuntivo, affermano gli attivisti ambientalisti, secondo i quali la costruzione di una diga in questo luogo sfida il buon senso.
“Qualsiasi studente di idrologia potrebbe dirti che la montagna libanese è carsica, quindi permeabile e inadatta alla costruzione di dighe. È il caso di Mseilha. Il Libano è la torre idrica del Medio Oriente, perché il terreno facilita l'infiltrazione di acqua piovana e di scioglimento delle nevi. Inoltre, il sito si trova a 45 metri sopra il livello del mare, che è molto basso e favorisce la deposizione di sedimenti. E la faglia di Batroun è nel fondo del bacino, il che crea un rischio sismico.”elenca Paul Abi Rached, della ONG Terre Liban.
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“È un disastro”
Già nel 2014, esperti e attivisti mobilitati contro la costruzione di questa struttura avevano avvisato il Ministero dell'Ambiente che non era stato effettuato nessuno studio di impatto prima dell'inizio dei lavori, come richiesto dalla legge libanese. “Il Ministero dell’Ambiente ha emesso una decisione che proibisce la costruzione e gli scavi, ma il Ministero dell’Energia non ha risposto e il disastro è iniziato”testimonia, con emozione, Fadi Merheb, un abitante di Hamat, nella regione della diga, impegnato contro il progetto.
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