Una proteina del sudore combatte la malattia di Lyme!

Una proteina del sudore combatte la malattia di Lyme!
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Recenti ricerche biochimiche riportano che il sudore umano contiene una proteina che neutralizza i batteri che causano la malattia di Lyme. Tuttavia, un terzo della popolazione umana produce una variante mutata meno attiva di questa proteina, il che aumenta le probabilità di sviluppare la malattia.

La malattia di Lyme è un’infezione causata da batteri (Borrelia burgdorferi), trasmessa dalla puntura di un insetto, la zecca (Ixodes scapolare). Sebbene originariamente colpisse soprattutto i residenti del nord-est degli Stati Uniti (la malattia fu descritta per la prima volta nella città di Lyme nel Connecticut, da cui il nome), negli ultimi 20 anni la malattia è diventata sempre più comune nel Quebec meridionale.

Foto Adobe Stock

Gli inverni più miti che accompagnano il riscaldamento globale hanno infatti permesso alla zecca di espandere il suo territorio verso nord, dove si riproduce parassitando diversi animali (cervi e topi, in particolare).

L’interazione della zecca con il topo dai piedi bianchi (Peromyscus leucopus) è particolarmente problematico perché questo topo costituisce il serbatoio naturale dei batteri responsabili della malattia di Lyme. Parassitando questi animali, la zecca diventa portatrice e vettore del batterio e può poi trasmetterlo durante il contatto con un essere umano.

Malattia con sintomi variabili

La malattia di Lyme si manifesta generalmente con la presenza di un’eruzione cutanea rossa (eritema) migrante, a forma di occhio di bue (arrossamento centrale circondato da un anello chiaro e da un alone esterno), seguita dalla comparsa di sintomi influenzali (febbre, mal di testa, stanchezza, dolore muscolare).

Il decorso clinico della malattia, tuttavia, varia notevolmente da individuo a individuo: alcuni presentano pochi o nessun sintomo, mentre altri sviluppano forme gravi della malattia che possono persistere per mesi o addirittura anni, nonostante il trattamento intensivo con antibiotici.

Antibatterico naturale

Per comprendere meglio questo fenomeno, i ricercatori hanno esaminato se esistessero variazioni genetiche che potrebbero rendere alcune persone più suscettibili alla malattia di Lyme.

Utilizzando una banca genomica comprendente 617.731 persone, di cui 25.355 affette dalla malattia, hanno osservato una correlazione molto forte tra questo rischio e la presenza di variazioni nel gene che codifica per una proteina della famiglia delle secretoglobine, chiamata SCGB1D2. (1).

Questo collegamento è interessante perché le secretoglobine sono una famiglia di proteine ​​che svolgono il ruolo di sentinelle immunitarie sulla superficie di alcuni organi, come i polmoni e la pelle.

In questo caso, i ricercatori hanno stabilito che questa secretoglobina è prodotta principalmente dalle cellule delle ghiandole sudoripare ed è quindi presente sulla superficie della pelle, quindi in una posizione ideale per fermare l’infezione da parte dei batteri responsabili della malattia di Lyme.

Sembra che sia proprio così: quando i ricercatori hanno esposto i batteri ad una versione normale di secretoglobina, hanno osservato una significativa inibizione della proliferazione dei batteri.

Quando invece si utilizza la versione mutata della proteina (quella associata ad un maggior rischio di malattia), la proliferazione dei batteri è molto meno influenzata.

Queste differenze si ripercuotono sul rischio di sviluppare la malattia: topi a cui sono stati iniettati batteri pre-esposti alla secretoglobina mutante hanno sviluppato la malattia di Lyme, mentre gli animali a cui sono stati iniettati batteri pre-esposti alla versione normale della secretoglobina n non sono stati infettati e sono rimasti sani per tutta la durata della malattia. dello studio.

La sostanza del messaggio è questa: la proteina individuata dallo studio sembra quindi agire come un agente antibatterico naturale, secreto nel sudore, che riesce a contrastare l’infezione da parte dei batteri responsabili della malattia di Lyme.

La maggiore predisposizione di alcune persone allo sviluppo di forme gravi di questa malattia potrebbe quindi essere causata dalla produzione di una forma biochimicamente meno attiva di questo agente antibatterico.

Oltre all’importanza scientifica per comprendere il decorso clinico della malattia di Lyme, questa scoperta potrebbe avere applicazioni molto concrete, ad esempio nella produzione di creme contenenti questi agenti antibatterici naturali per prevenire lo sviluppo della malattia o curarla il prima possibile. le fasi iniziali, dopo la puntura della zecca.

♦ (1) Strausz S et al. SCGB1D2 inibisce la crescita di Borrelia burgdorferi e influenza la suscettibilità alla malattia di Lyme. Naz. Comune. 2024; 15:2041.

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