A pari merito dopo dodici giornate e un’altra sconfitta casalinga, i Neversois hanno vinto quattro delle ultime cinque partite. Tutto grazie alla consapevolezza collettiva.
La peggiore squadra in trasferta, già tre sconfitte in casa e un penultimo posto (a pari merito con Oyonnax e Valence-Romans)… A fine novembre, dopo un altro schiaffo in casa contro il Dax (24-31), gli uomini di Xavier Péméja erano in vantaggio il loro peggio. Il dirigente è addirittura andato a presentare le sue dimissioni al suo presidente Régis Dumange, che quest’ultimo ha rifiutato in segno di solidarietà con il suo staff. Il resto dello staff, infatti, è ambito e potrebbe lasciare la Nièvre quest’estate. Il tecnico degli attaccanti Sébastien Fouassier è in avanzato contatto con il Provence Rugby, mentre il tecnico dei trequarti Guillaume Jan accontenta Agen. Eppure, da più di un mese, i giocatori dell’Uson hanno rialzato la testa. “Abbiamo capito dopo Dax che eravamo davvero nei guai. Prima non era per mancanza di preavviso, ma c’era davvero una consapevolezza”, osserva Xavier Péméja. “Questa partita contro il Dax ci ha ferito molto, conferma il centro Noa Pommelet. Probabilmente ci consideravamo una piccola squadra. Ci siamo detti che dovevamo salvare il club. Ognuno di noi non voleva vedere il proprio nome associato alla discendenza di Nevers. Abbiamo parlato molto, cercato di far passare molto tempo tra i giocatori, proprio per costruire un legame vero. Abbiamo sentito spesso la parola “manutenzione” e il gruppo ne è stato ovviamente colpito. Ci eravamo detti che il 2025 sarebbe stato un anno nuovo, che avremmo ricominciato il campionato da zero con quindici partite da giocare, quindici finali”.
“Abbiamo capito che non eravamo una piccola squadra”
Dalle parole ai fatti. All’inizio del 2025, i Neversois hanno vinto il loro secondo bonus offensivo contro il Mont-de-Marsan al termine di una partita di grande successo (34-0) prima di raggiungere questa impresa a Brive, il favorito designato di questa Pro D2! “Credo che abbiamo capito che non eravamo una squadra piccola – prosegue il centro che ha disputato le ultime cinque partite dell’Uson. Dovevamo togliercelo dalla testa e dovevamo giocare come una grande squadra, senza pressioni, possiamo spingere tutti in vantaggio”.
I nivernesi però non vogliono esaltarsi, come Ugo Vignolles in seconda fila. “Eravamo ancora quattordicesimi nella classifica britannica prima di questa vittoria di Brive. Diciamo che stiamo tirando un po’ il fiato, ma conosciamo anche questo campionato. Abbiamo già visto, in questo primo blocco, che potremmo anche perdere in casa, che potrebbe andare molto velocemente in una direzione o nell’altra. La continuazione non è ancora assicurata. Dovremo vincere in casa venerdì prossimo contro l’Agen, andare avanti e vedere cosa ci riserva. seguente.” Oggi Nevers è decimo, più vicino alla top 6 che alla zona rossa…
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