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Vota qui sotto per la tua versione preferita di Messa in si minore BWV 232 di Johann Sebastian Bach e prova a vincere il disco France Musique della settimana giustificando la tua scelta. I commenti dei vincitori saranno letti in onda da Jérémie Rousseau la settimana successiva.
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Il rapporto di Jérémie Rousseau
Sono state prese in considerazione solo le versioni degli ultimi 15 anni.
Un sostegno forte, una direzione senza bussola, un sentimento di contrizione che vira verso la letargia: le cure fornite da Jonathan Cohen alla produzione non rimuove alcuna riserva da questa lettura ritenuta immodesta. L'unica delle sei versioni ad essere subito contraria all'unanimità.
Jordi Savall si impegna alla testa di ferventi truppe, in una prospettiva da cattedrale: il coro iniziale risuona di suoni cangianti, grazie a leggii omogenei e ad una chiarezza che fa ben sperare. Ahimè, il Ti lodiamo viene pronunciato da una voce senza fascino né sorriso ed eccoci privati, attraverso questa melodia essenziale, di un'intera sezione del Messa in B.
Il fervore è soprattutto di carattere musicale nel Messa in B Di Philippe Herreweghe. La purezza del coro dà il Kyrie una luce di vetro colorato, quando lo spettro sonoro obbedisce agli impulsi del testo. IL Ti lodiamo è cesellato, ma il significato delle parole è timido, e le insufficienze del basso sono evidenti Da urlando. Con lo Spirito Santoequilibrato ma senza sorprese, quindi Crocifissione et E si rialzò evolvono in dinamiche ristrette, dove manca il respiro narrativo.
Apprezziamo la potenza iniziale di a Kyrie straordinariamente articolato. Il violino di Ti lodiamo si diverte, quando il tono giocoso del soprano scivola verso qualche cantata profana. Sempre in ordine di marcia, le forze di John Eliot Gardiner disincarnato Crocifissionecosì inteso da sembrare artificiale – la transizione con E si rialzò cade piatto. Il basso arrabbiato di Dala rotondità di a Agnus Dei senza paletti finiscono per cadere nel decorativo, come l'amabile duo dei Signore Dio.
Ecco la versione divisiva. Giocare con i numeri, passando da “uno per partita” a un insieme più robusto, Andrea Marcon dirige come un colorista, stravolgendo le nostre abitudini ma sempre al servizio della parola. Teatrale, il Kyrie è mirabilmente graduato, il violino danza con la voce adolescenziale del Ti lodiamoe se i bassi hanno difficoltà a entrare Dal'Agnus Dei travolge con la sua tenerezza e modestia. Avremo anche sentito a Crocifissione crudo, incarnato, ardito con chiaroscuri insensati (“gore” dice un critico, “kitsch” risponde l'altro). Un'esperienza.
Lars Ulrik Mortensen e il suo Concerto Copenhagen optano per l'effetto radicale di “uno per parte”. Questa spogliazione illumina ogni parola dall'interno, con suoni puri e trasparenti che rendono sempre tangibile la presenza individuale. Ti lodiamocesellato, è una miniatura in avorio, dove irradia un usignolo soprano in simbiosi con la morbidezza satinata del violino. La vera marcia verso la tortura, Crocifissione gioca la carta dell'espressionismo doloristico, poi due voci luminose svettano in a Signore Dio immateriale. È tutto lì.
Palamarès
N°1 : Versione C
Concerto Copenaghen, dir. Lars Ulrik Mortensen
CPO (2013)
N°2 : Versione E
La Cetra Basel, dir. Andrea Marcon
Arcani (2023)
N°3 : Versione F
Coro Monteverdi, Solisti Barocchi Inglesi, dir. John Eliot Gardiner
Obiettivo di sviluppo sostenibile (2015)
N°4 : Versione B
Gent Vocal College, dir. Philippe Herreweghe
Phi (2011)
N°5 : Versione A
La Cappella Reale della Catalogna, il Concerto delle Nazioni, dir. Jordi Savall
Un'altra voce (2011)
N°6 : Versione D
Arcangelo, dir. Jonathan Cohen
Iperione (2013)
Le indagini musicali di Claude Abromont Ascolta più tardi
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